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Livello 3
 




ALGERIA
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La ventiduesima edizione dei campionati del mondo di calcio, svoltasi in Qatar nell’inverno del 2022, fu fin da subito avvolta da pesanti critiche più o meno giustificate ai danni del paese arabo, accusato di corruzione e di non rispettare i diritti umani verso i propri cittadini e i lavoratori impiegati nella costruzione degli stadi. Fu invece uno dei mondiali meglio organizzati della storia, e questo diede molto fastidio ai paesi occidentali che si opposero alla scelta della sede qatariota fin dal primo momento. Il mondiale fu assegnato dalla FIFA al paese arabo nel dicembre del 2010, vi erano altri pretendenti, come Giappone, Stati Uniti e Australia che successivamente ritirarono la candidatura, rimase solo la Corea del Sud in lizza ma la quale non ottenne abbastanza voti.  Il torneo si svolse in sette impianti futuristici tutti dotati di aria condizionata e sistemi iper-tecnologici, vista la ristretta conformazione del paese la distanza tra gli stadi era minima, la lontananza massima tra uno stadio e l’altro era di 55 chilometri, in pratica l’edizione qatariota fu organizzata similmente ad un’olimpiade con cittadelle sportive a brevissima distanza dagli impianti da gioco. Le città che ospitarono l’evento furono Doha, la capitale con quattro impianti di gioco, Al Khor, Al Wakrah, Al Rayyan. La manifestazione si svolse dal 19 novembre al 18 dicembre 2022 per la prima volta in inverno boreale, trentadue squadre partecipanti provenienti da tutti i continenti, parteciparono alle qualificazioni ben 211 federazioni, da questa edizione non fu più la FIFA ad interessarsi della composizione dei gironi eliminatori, ma le stesse confederazioni continentali. Oltre al Qatar paese organizzatore e unica debuttante furono messi a disposizione 13 posti per l’Europa, 5 per l’Africa, 5 per l’Asia/Oceania, 4 per il Sudamerica e 4 per il Nord Centro America. La prima fase si svolse con formula italiana in otto gironi composti da quattro squadre, si qualificano al turno successivo le prime due classificate di ogni gruppo, dagli ottavi di finale sino alla finalissima gli scontri furono ad eliminazione diretta. Unico neo della kermesse, ma che nessuno poteva aspettarsi, fu la prestazione delle prime arbitro donna nettamente al di sotto degli standard previsti, tuttavia non fecero di meglio i colleghi uomini in primis lo spagnolo Lahoz che dopo la semifinale Argentina Olanda fu addirittura sospeso dalla FIFA. Al mondiale arabo, fecero bella figura sia le squadre asiatiche, tranne il Qatar, sia quelle africane che riuscirono per la prima volta a portare, il Marocco, ad una semifinale, per poi sciogliersi al sole nei momenti decisivi. Alla fine la spuntarono sempre le solite, in particolare l’Argentina che riuscì ad alzare la coppa al cielo dopo 36 anni da quel lontano 29 giugno 1986 e rendere omaggio a colui che vive tra gli dei del calcio, Diego Armando Maradona.

ARABIA SAUDITA 2022    
Il mondiale di calcio "quasi casalingo" per l’Arabia Saudita iniziò con il botto, gli sceicchi vinsero sorprendentemente la partita d'esordio contro l’Argentina per 2 a 1. La squadra saudita ebbe il merito di aver messo in pratica un catenaccio estremo e una tattica atta a distruggere le trame del gioco sudamericano, tuttavia onore ai vincitori. La squadra araba sostenuta da migliaia di tifosi giunti dalla vicina e sabbiosa patria realizzò le reti della vittoria con Saleh Al Shehri e Salem Al Dawsari due reti di gran fattura. Nella seconda partita accade quello che non ci si aspetta, di fronte alla gracile Polonia ecco emergere la vera Arabia Saudita, sterile, confusionaria e sfortunata sotto porta, la squadra mediorientale dominò atleticamente la gara, ben 16 tiri verso Szczesny però nessuno nello specchio di porta, la pochezza degli attaccanti la fece da padrona, i sauditi sbagliano anche un calcio di rigore, mentre agli avversari bastarono due veloci contropiedi per tagliare la burrosa difesa saudita, la Polonia vinse 2 a 0. Nella terza gara del girone, dopo quello che si vide contro Argentina e la Polonia, l’Arabia Saudita scese in campo da favorita contro il Messico, la squadra araba partì molto bene, ma venne presa di mira dall’arbitro inglese Michael Oliver che fischiò praticamente sempre a favore dei messicani contribuendo a penalizzare la squadra araba che, tuttavia nel 2 a 1 finale per la Tricolor riuscì a segnare con Al Dawsari la rete che condannò i messicani all’eliminazione per differenza reti. Per l'Arabia l’esperienza del sesto mondiale terminò in anticipo a quando si era sperato dopo l’avvincente vittoria contro l’Argentina di Messi.

ARGENTINA 2022  
Dopo un lungo cammino di qualificazione dove la squadra argentina arriva seconda dietro il Brasile, nessuno poteva pensare di iniziare nel peggiore dei modi il proprio mondiale, sconfitta per 2 a 1 dall’Arabia Saudita ebbe molto da recriminare contro la terna arbitrale e il VAR che in quell’occasione annullò ai sudamericani ben tre reti per quasi impercettibili fuorigioco. In campo, tuttavia, c’è solo la squadra argentina, che può lagnarsi per la sterilità del suo reparto offensivo: venne punita oltre misura da un Arabia Saudita baciata dalla dea bendata, per la cronaca la rete dei sudamericani venne messa a segno da Leo Messi su calcio di rigore. Se con l’Arabia Saudita l’albiceleste diede una brutta impressione contro il Messico mise in mostra tutta la sua grandezza e potenza, vince per 2 a 0 con una rete di Messi che segno così il suo ottavo gol ai mondiali raggiungendo Diego Armando Maradona e Guillermo Stabile, l’altra rete è stata realizzata da Enzo Fernandez, appena entrato in campo, il più giovane argentino, meno di 21 anni, a segnare una rete mundial. La vera Argentina è tornata, dopo le prime due prestazioni sottotono, contro la Polonia giocò una partita convincente vincendo per 2 a 0, risultato necessario e sufficiente "biscotto" a far passare entrambe le squadre agli ottavi di finale, per l’albiceleste vanno a segno Macallister ed Alvarez. Agli Ottavi l’avversario dell’Argentina non è certo uno di quelli che fanno tremare le gambe, il 3 dicembre ad attendere l’albiceleste all’Ahmed bin Ali Stadium vi era l’Australia che tuttavia si era ben comportata nelle gare precedenti, fanno tutto gli argentini, segnano a loro favore due reti con Messi e Julian Alvarez e realizzano anche l’autorete con Enzo Fernandez per i Socceroos. Ai quarti di finale c’è l’Olanda di Van Gaal a sbarrare la strada ai sudamericani, che passarono in vantaggio di due reti con Molina e il solito Messi per poi farsi raggiungere a tempo scaduto dagli Oranje con due splendide reti di Wout Weghorst attaccante del Burnley, Ai rigori la spunterà l’albiceleste per 4 a 3 conquistando questa volta un’immeritata semifinale. Il vero protagonista tuttavia, fu l’arbitro spagnolo Mateu Lahoz, che permise di tutto agli argentini, tra cui un fallo criminale di Paredes sull’olandese Nathan Aké, il direttore di gara fischiò a senso unico in favore degli argentini e stabilì un record mondiale di ben 18 ammonizioni in una partita, permette ignobili sfottò verso gli olandesi sconfitti e una pallonata di Messi verso l’allenatore olandese Van Gaal, a fine gara verrà sospeso dalla FIFA ma, oramai il danno è fatto. In semifinale contro la Croazia gli argentini esibiscono il comportamento di chi sà di essere il più forte, insolenza e arroganza oltre alla classe dei suoi interpreti, la partita non ha storia, troppo superiori i sudamericani che conquistano la finale con un secco 3 a 0, gli autori sono sempre gli stessi, Leo Messi e una doppietta di Julian Alvarez. Il 18 dicembre è la Francia campione del mondo uscente l’ultimo ostacolo per alzare la coppa al cielo come avevano fatto Passarella nel 1978 e  Maradona nel 1986  È stato il Mondiale dell’Argentina, è stato il Mondiale di Lionel Messi: Pulce decisiva anche in finale, con una doppietta e un rigore segnato dopo il 3-3 maturato contro la Francia al termine dei tempi supplementari. Una Francia che è stata capace di recuperare due volte lo svantaggio, attore non protagonista di una delle più belle partite dei mondiali di calcio. L'Albiceleste domina il primo tempo, chiuso 2-0 grazie ai gol di Messi e dello juventino Di Maria. La ripresa scorre senza grandi emozioni fino all'80', quando la doppietta di Mbappé in 97 secondi riporta tutto in parità. Nel secondo tempo supplementare la zampata vincente di Messi, ma poco dopo ancora Mbappé su rigore pareggia. Ai rigori, l'infallibile Argentina conquista la Coppa del Mondo. All’ultima occasione utile in carriera, il sette volte pallone d’Oro Lionel Messi è così riuscita a centrare l’obiettivo più prestigioso: quello di portare la sua Nazionale sul tetto del pianeta.

AUSTRALIA 2022  
Il lungo cammino della squadra australiana per i mondiali del Qatar iniziò il 10 settembre del 2019 in Kuwait contro la nazionale dei cammelli. I socceroos inseriti nel gruppo preliminare B dove vinsero 8 partite su 8, a Kuwait City si imposero con un perentorio 3 a 0, anche i seguenti incontri contro il Nepal 5 a 0 e contro la Cina Taipei 7 a 1 furono solo delle formalità che, spianarono la strada verso il deserto di Doha. L’unico incontro in cui l’Australia trovò un avversario "ostico" fu quello con la Giordania dove gli oceanici si imposero con uno tiratissimo 1 a 0. Le gare di ritorno che si giocarono tutte nella capitale kuwaitiana non fecero che ribadire lo strapotere australiano: ennesimo 3 a 0 al Kuwait, 5 a 1 alla nazionale di Taiwan, solo 3 a 0 al Nepal e altra vittoria di misura per 1 a 0 contro la Giordania. La fase successiva di qualificazione fu molto più faticosa, inserita nel girone B con Arabia Saudita, Giappone, Vietnam, Cina e Oman giunse terza e per staccare il pass per il torneo iridato dovette affrontare lo spareggio continentale contro gli Emirati Uniti ed accedere cosi alla fase finale per il barrage intercontinentale di qualificazione. Nelle gare di andata del secondo round robin, l’Australia sconfisse la Cina per 3 a 0, il Vietnam per 1 a 0, l’Oman per 3 a 1, mentre rimediò una sconfitta per 3 a 1 a Saitama contro il Giappone e colse un pareggio interno per 0 a 0 contro l’Arabia Saudita. Al ritorno i socceroos non andarono oltre l’1 a 1 con la Cina, vinsero largamente 4 a 0 contro il Vietnam, un altro stentato pareggio per 2 a 2 contro l’Oman e due disastrose sconfitte contro Giappone e Arabia Saudita che fecero precipitare la formazione oceanica al terzo posto costringendola ad affrontare gli E.A.U in uno spareggio dentro/fuori. Il match si giocò in campo neutro, in Qatar ad Al Rayyan, l’Australia si impose per 2 a 1 con le reti di Irvine del Sankt Pauli e Hrustic dell’Hellas Verona, la rete della bandiera per gli emirati fu realizzata da Caio Canedo giocatore brasiliano naturalizzato emiratino. Superato lo spareggio continentale l’Australia per giungere al mondiale dovette affrontare lo spareggio interzona contro il Perù sempre allo stadio qatariota di Al Rayyan, la partita termino dopo i tempi supplementari sullo 0 a 0 e per decretare un vincitore furono necessari i tiri dal dischetto, gli australiani si imposero per 5 a 4 grazie agli errori di due tiratori peruviani che letteralmente regalarono il pass per il prossimo mondiale ai canguri di Adelaide.In Qatar l’Australia venne inserita nel gruppo D con Francia, Danimarca e Tunisia. Nella prima gara del 22 novembre ad Al Wakrah  per circa mezzora l’Australia mise paura ai campioni del mondo uscenti, passando addirittura in vantaggio con una rete di Alexander Goodwin al 7° minuto, poi davanti allo strapotere francese fu costretta ad alzare bandiera bianca contro una squadra stellare, vinse la Francia per 4 a 1. Nella seconda partita del girone l’Australia affrontò la Tunisia contro la quale vinse per 1 a 0 nonostante, siano stati i nordafricani a proporre la maggior parte del gioco, bastò attendere il momento giusto per il guizzo vincente di Thomas Duke, attaccante del Machida Zelvia seconda divisione giapponese che, di testa insaccò la palla alle spalle del portiere tunisino Aymen Dahmen. La sfida del 30 novembre fu quella decisiva per le sorti del passaggio alla fase successiva, l’Australia affrontò la Danimarca, contro cuisi impose per 1 a 0 grazie ad una rete di Mathew Leckie il risultato fu sufficiente per approdare agli ottavi di finale dove affrontarono la ben più ostica Argentina. Pensare di far festa contro i sudamericani è davvero un’utopia, ma se si pensa a quello che è successo nella partita degli argentini contro l’Arabia Saudita, nulla vieta di sognare cose impossibili. L’Argentina infatti vinse abbastanza agevolmente per 2 a 1 mandando in frantumi i sogni degli australiani, che fecero ritorno a casa ampiamente soddisfatti del loro mondiale qatarino dove affrontarono campioni uscenti e campioni futuri.


BELGIO 2022  
Il cammino di qualificazione al mondiale per il Belgio fu molto agevole, testa di serie del gruppo europeo "E" terminò il proprio round robin senza subire alcuna sconfitta. L’avversario più ostico poteva essere il Galles, contro i quali, i Diavoli Rossi vinsero la partita d’apertura a Lovanio per 3 a 1, un piccolo intoppo ci fu il 27 marzo del 2021 a Praga contro la Repubblica Ceca che costrinse il Belgio ad impattare la gara per 1 a 1. Successivamente iniziò un filotto di vittorie: 8 a 0 contro la Bielorussia, 5 a 2 con l’Estonia, 3 a 0 contro la Cechia a Bruxelles, 1 a 0 nel ritorno di Minsk con la Bielorussia, ennesima vittoria per 3 a 1 con l’Estonia. Nell’ultima partita a qualificazione pienamente conquistata, un pareggio per 1 a 1 a Cardiff contro il Galles. Il Belgio giunge al mondiale come una delle principali favorite della manifestazione.  La prima gara per i Diavoli Rossi è un incontro inedito, per la prima volta Belgio e Canada si affrontano ad un mondiale, i fiamminghi vincono per 1 a 0 con il minimo sforzo, senza mai premere sull’acceleratore, bastò un solo tiro in porta del congolese Michy Batshuayi per cogliere la posta piena. Nel proseguo della gara il Belgio incredibilmente subì l’iniziativa e l’agonismo dei canadesi, ci penseranno il portiere Courtois e il vergognoso arbitro zambiano Janny Sikazwe a salvare capra e cavoli. Probabilmente il Belgio pensava di fare con il Marocco la stessa partita di contenimento fatta contro il Canada, massimo risultato con il minimo sforzo, in previsione di un lungo cammino, invece contro i magrebini si videro tutte le difficoltà della squadra belga, pesano gli anni, oramai non tutti gli interpretiin maglia rossonera sono in verde età. Nonostante uno sterile possesso palla il Belgio non fece vedere altro, il Marocco ne approfittò infliggendo un’amara sconfitta per 2 a 0 ai superbi fiamminghi. Nella terza partita del gruppo "F" il 1° dicembre contro la Croazia fu subito uno spareggio dentro o fuori, per accedere agli ottavi i Diavoli Rossi sono costretti alla vittoria. La gara terminò 0a 0 che, non fu sufficiente per i belgi per passare il turno.Increduli e amareggiati di come sono andate le cose al mondiale in cui era considerata una delle squadre presunte per la vittoria finale. Ai fiamminghi non restò che leccarsi le ferite di una generazione che pare aver già dato il meglio di sé, ora bisogna ricostruire.

BRASILE 2022
Il percorso che porterà il Brasile sino alle dune di Doha è stato uno dei più lunghi della storia delle qualificazioni, i brasiliani dovettero disputare, come tutte le altre squadre sudamericane ben diciotto partite, anzi diciassette perché Brasile Argentina prevista nel marzo del 2021, venne rinviata al settembre successivo a causa della pandemia di Covid-19. In tale data la partita tra Brasile e Argentina venne sospesa dopo soli cinque minuti di gioco sul risultato di 0-0 a seguito dell'abbandono del campo da parte della nazionale albiceleste, conseguente all'entrata sul terreno di gioco da parte di funzionari dell'Agenzia nazionale di sorveglianza sanitaria brasiliana, i quali asserivano che quattro calciatori argentini avevano violato le regole di quarantena disposte dal protocollo per il contenimento del Covid-19. La partita si sarebbe dovuta rigiocare in agosto del 2022, ma vista l’ininfluenza del risultato le due federazioni si accordarono di far annullare la gara che, così non venne mai giocata. Le gare di qualificazione le lasciamo al riepilogo finale, ma la squadra brasiliana vinse 14 partite su 17, e ne pareggiò 3, segnando 40 reti e subendone solo 5, un percorso a dir poco travolgente. Inserito nel gruppo "G" con Svizzera, Camerun e Serbia, il Brasile nella prima gara affrontò una modesta Serbia, contro la quale vinse agevolmente per 2 a 0 grazie ad una doppietta, dell’attaccante del Tottenham, Richarlison. Il 28 novembre a Doha invece il Brasile soffrì tantissimo a reggere il gioco rapido ma compassato della Svizzera. I Verdeoro riuscirono a sbloccare il risultato solo nei minuti finali grazie ad una spettacolare rete di Casemiro. Lo spettacolare Brasile, lascia tuttavia intravvedere che non tutte le geometrie della squadra sono bel oliate, in alcuni reparti il gioco è più votato alla classe del singolo anziché alla corale di squadra, infatti, l’egoismo paga dazio contro il Camerun. Ancora orfano di Neymar, infortunato, il Brasile incontròi Leoni d’Africa il 2 dicembre all’Iconic Stadium di Lusail, già sicuro di essere qualificato agli ottavi di finale, affrontò il Camerun a cuor leggero, mettendo in campo le seconde linee, la partita tuttavia fu molto accesa con continui rovesciamenti, però i carioca subirono fin da subito la fisicità degli africani che grazie ad una rete di Vincent Aboubakar riuscirono a mettere nel sacco il risultato pieno.Fu la prima volta che il Brasile venne sconfitto da una squadra africana, ma nonostante passò ugualmente il turno come prima del girone. Agli ottavi di finale il 5 dicembre allo stadio 974 di Doha il Brasile affrontò la Corea del Sud la quale non poté fare molta resistenza contro la squadra carioca tanta era la qualità in campo considerato anche il rientro di Neymar. Il Brasile vinse 4 a 1 con le reti di Vinicius, Neymar, Richarlison e Paquetà. Ai quarti di finale l’avversario fu la Croazia vicecampione del 2018. La partita si svolse il 9 dicembre All'Education City Stadium di Al Rayyan difronte a circa 49 mila spettatori. La partita si concluse 0 a 0 dopo i tempi regolamentari, il risultato si sbloccò solo al minuto 105 quando il Brasile passò in vantaggio con Neymar, ma al 117° venne raggiunto dai croati per piede di Petkovic con un missile al limite dell’area di rigore. Dai tiri dal dischetto i giocatori brasiliani non furono cosi determinati, sbagliarono Rodrygo e Marquinhos, mentre i croati andarono tutti a segno, il match si concluse con il risultato di 5 a 3 in favore degli europei. Ancora per una volta il Brasile abulico e narcisista non riuscì a trionfare alla Kermesse iridata tornando in patria con il rammarico di aver sprecato una altra buona occasione per non essere riuscito a trasformare in gioco corale la forza dei singoli ancora una volta peccò di presunzione.

CAMERUN 2022    
Il Camerun giunge ai mondiali per l’ottava volta, per ora è la squadra africana con il maggior numero di partecipazioni iridate, seguita da Nigeria, Tunisia e Marocco con sei. In Qatar ci arriva vincendo il gruppo "D" di qualificazione africana. Nella prima gara vince a Younde per 2 a 0 contro il Malawi, a seguire giunge una sconfitta in trasferta contro la Costa d’Avorio per 1 a 0. Il match casalingo di Douala lo vide trionfare per 3 a 1 con il Mozambico, la partita di ritorno contro i Mozambicani si giocò in campo neutro a Tangeri e anche in questa occasione i Leoni Indomabili trionfarono 1 a 0. Anche la partita esterna contro il Malawi si svolte in campo neutro questa volta a Joannesburg in Sudafrica e anche in questa occasione il Camerun si impose per 4 reti a 0. Nella partita decisiva del 4 novembre a Douala contro la Costa d’Avorio il Camerun vinse per 1 a 0 con una rete del francese naturalizzato Toko Ekambi attaccante del Rennes. Negli incontri di barrage di fine marzo 2022, il Camerun dovette affrontare l’Algeria, nel primo incontro casalingo di Douala i Leoni vennero sconfitti per 1 a 0 da una rete dell’algerino Slimani. Quando le speranze sembravano oramai al lumicino, i Leoni scesero in campo quattro giorni più tardi a Bilda con il coltello fra i denti, in quest’occasione il Camerun riuscì a riequilibrare la gara con una rete di Choupo-Moting. Nel corso dei supplementari i Fennec riacciuffarono il pareggio con il belga Ahmed Touba, ma al quarto minuto di recupero del secondo tempo supplementare fu ancora Toko Ekambi a regalare la gioia della qualificazione al mondiale i camerunensi. Il Camerun esordì al mondiale il 24 novembre 2022 ad Al Wakrah con una sconfitta immeritata contro la Svizzera per 1 a 0 in una partita dominata atleticamente ma che sul piano offensivo mostrò tutte le proprie lacune. La seconda gara contro la Serbia finì in parità per 3 a 3, passarono in vantaggio i Leoni d’Africa con Castelletto, recuperati e sorpassati in meno di due minutipoi nella ripresa il risultato si stabilì sul definitivo pareggio.L’ultima partita del girone pare una di quelle con un copione già scritto, ma gli attori del Camerun non ci stanno a rispettare il copione. Contro il Brasile ne usci una partita incredibile, dove gli auri-verdi vennero letteralmente schiacciati dal gioco maschio e fisico degli africani che al minuto 92 in pieno recupero, scrissero una curiosa pagina della storia dei mondiali, autore Vincent Aboubakar che con un felino tocco di testa mise la palla alle spalle del brasiliano Ederson, Camerun 1 Brasile 0 per la prima volta una squadra africana batte il Brasile ai Mondiali.

CANADA 2022    
Seconda presenza iridata per i nordamericani che avevano già partecipato nel lontano 1986 in Messico. Giungono al torneo asiatico grazie ad una facile qualificazione. Inseriti durante la prima fase nel gruppo B con Suriname, Bermuda, Aruba e Isole Cayman vincono tutte le partite segnando 27 reti e subendone una sola per piede del bermudiano Sinclair Crichlow. Nella seconda fase batte Haiti, 1 a 0 in trasferta e 3 a 0 a Bridgeview. Nella terza e ultima fase vince il girone con 28 punti trionfando in 8 partite, pareggiandone 4 e perdendone solo 2; avversarie dei canadesi sono: Messico, Stati Uniti, Costarica, Honduras, Giamaica ad El Salvador. Ai mondiali la squadra nordamericana fa poco più di una comparsata, perdendo tutti e tre gli incontri del girone eliminatorio. Nella gara d’esordio, tuttavia, diedero del filo da torcere al Belgio che vince con il minimo scarto per 1 a 0. A seguire subirono un sonoro 4 a 1 dalla Croazia ed infine venne sconfitto dal Marocco per 2 a 1, ma ancora non si sapeva che le ultime due avversarie saranno la terza e quarta del Mondiale. L’unica rete segnata dai canadesi è per mezzo di Alphonso Boyle Davies attaccante del Bayer Monaco contro la Croazia, mentre,quella realizzata con il Marocco è stata un’autorete. Il Canada torna a casa immediatamente dopo il primo turno con un saluto di arrivederci a presto visto che, è già qualificato come paese anfitrione del prossimo torneo iridato.

COREA DEL SUD 2022    
Inserita nell’ultimo girone della fase eliminatoria, la Corea del Sud riesce ad ottenere il pass per gli ottavi di finale, più per il demerito di Uruguay e Ghana anziché per i propri meriti. Per gli asiatici è l’undicesima partecipazione, la decima consecutiva ad un mondiale. Si qualifica al Mondiale iniziando direttamente dalla seconda fase, dove inserita nel gruppo H continentale, affronterà: Libano, Turkmenistan, Sry Lanka e Corea del Nord quest’ultima successivamente si ritirerà dalle qualificazioni. Vince 5 partite pareggiandone una contro il Libano, in realtà impatto per 0 a 0 anche contro i cugini della Corea del Nord prima del loro ritiro. Nel girone finale giunse seconda alle spalle dell’Iran, posizione che tuttavia gli consentì la qualificazione diretta. Vinse contro Libano, Siria, Emirati Arabi, Iraq e Iran pareggiò con l’Iraq e Iran nelle gare di ritorno e subì l’unica sconfitta per mano degli Emirati Arabi in trasferta a qualificazione già acquisita. In Qatar esordisce il 24 novembre con un pareggio a reti inviolate contro l’Uruguay, poi viene sconfitta per 3 a 2 dal Ghana ma, si aggiudica la più insperata delle vittorie per 2 a 1 contro il Portogallo di Cristiano Ronaldo. Una vittoria e un pareggio permisero ai coreani di passare al turno successivo dove affrontarono il ben più temibile Brasile dal quale fu sconfitto 4 a 1, facendo così ritorno a casa consapevoli di aver raccolto di più di ciò che meritavano.

COSTA RICA 2022    
A volte ci si domanda il perché certe squadre giungono ad una competizione iridata, la Costa Rica è una di queste, nonostante contro la Germania abbia messo paura ai teutoni con i quali ha condiviso l’immediata eliminazione al turno preliminare. Inserita nel gruppo E debutta il 23 novembre a Doha contro la Spagna mettendo in scena un’esibizione a dir poco imbarazzante, venendo sconfitta per 7 a 0. La pochezza tecnica della squadra centroamericana fa mal sperare per il proseguo del loro cammino, invece quando meno te lo aspetti accade l’imprevisto.  Il 27 novembre fanno quello che non avresti mai pensato, riescono a battere per 1 a 0 il Giappone mettendo in mostra un gioco davvero mediocre e ordinario, solo la dea bendata mette la palla sullo sgraziato piede di Fuller che a giro insacca alle spalle dell’incolpevole portiere nipponico Gonda. Le cose migliori i costaricani le fanno vedere con ciò che fù della Mannschaft nonostante la sconfitta per 4 a 2. Dopo essere andati in svantaggio i centroamericani riuscirono a ribaltare il risultato, e una volta soddisfatti di ciò ritornarono nella loro imbarazzante mediocrità. Usciti di scena al primo turno ci si chiede cosa ci fanno certi attori sul palcoscenico del calcio mondiale.

CROAZIA 2022    
Quando si parla di Croazia oramai si è certi che si sta parlando di una compagine di primissimo livello mondiale, giunti nel deserto arabo da vice-campioni, disputano stupendamente anche a questa edizione giungendo terzi, abbassando il capo solo difronte al genio di Lionel Messi. Sono loro i veri eredi di ciò che fu il Brasile d’Europa, così come era soprannominata la talentuosa Jugoslavia. Gli illiri si qualificano al Mondiale vincendo il gruppo H europeo. Eppure il loro esordio non è dei migliori, i croati vengono sconfitti per 1 a 0 nella prima gara di qualificazione contro la Slovenia a Lubiana, Inizia poi un interminabile filotto di vittorie 1 a 0 contro Cipro, 3 a 0 contro Malta, 1 a 0 in trasferta con la Slovacchia, 3 a 0 con la Slovenia a Spalato, stesso risultato a Larnaca contro Cipro, un roboante 7 a 1 al Ta Qali di Malta a chiudere l’1 a 0 contro la Russia, gli unici pareggi contro Slovacchia in casa e Russia in trasferta. L’avventura croata iniziò il 23 novembre ad Al Khawar contro il Marocco con quella squadra che riaffronterà nella finalina per il terzo posto. I Dalmati partirono con il freno a mano tirato e ne usci un pareggio ad occhiali. Facile la vittoria con i modesti canadesi per 4 a 1, mentre più impegnativo fu il pareggio contro il Belgio. Cinque punti furono sufficienti per passare il turno assieme al Marocco estromettendo sorprendentemente i favoritissimi diavoli rossi di Bruxelles. Agli ottavi di finale l’avversario di turno fu il Giappone, la partita si concluse per 1 a 1 dopo i tempi supplementari, le reti di Daizen Maeda e Ivan Peresic. La Croazia si impose per 3 a 1 ai rigori grazie alle formidabili parate del portiere zagabrese Dominik Livakovic. Sono ancora i rigori a decidere la sorte per la Croazia il 9 dicembre contro il Brasile. La partita terminò 1 a 1 ai tempi supplementari grazie alle reti di Neymar per i sudamericani e Petkovic per gli slavi, ai rigori i croati non sbagliarono un colpo mentre i brasiliani si fecero intercettare il pallone due volte dallo straordinario Livakovic. In Croazia si riassapora il gusto di una seconda finale consecutiva, ma in semifinale nulla può contro un ispirata Argentina che si impose con un secco 3 a 0. I Vatreni si dovettero accontentare della finalina per il terzo posto contro il sorprendente Marocco, vinsero per 2 a 1 bissando il risultato del 1998 al loro esordio mondiale
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DANIMARCA 2022    
Dopo otto anni di assenza l’El Salvador ritornò ai mondiali di calcio qualificandosi grazie al secondo posto ottenuto al Campionato CONCACAF 1981, precursore dell’odierna Gold Cup centroamericana che, metteva a disposizione due posti iridati per le partecipanti della coppa continentale in cui la nazionale salvadoregna arrivò sorprendentemente seconda ai danni del Messico. La squadra di El Salvador o meglio conosciuta come la "Selecta" giunse ai Mondiali durante un periodo molto travagliato per il paese, una feroce guerra civile si combatteva da circa due anni. Le forze dell’esercito regolare sostenute dal governo statunitense e il Fronte Farabundo Martì per la Liberazione Nazionale si affrontano in una sanguinosa lotta senza quartiere. La federazione calcistica del Paese centroamericano era disseminata da funzionari corrotti che vedevano nella nazionale e nella qualificazione al Mondiale più un’opportunità di lucro che di un traguardo sportivo. Il cammino dei ragazzi de la Selecta, trascinati fino a quel momento da un certo Magico Gonzalez, iniziò subito in salita: Il viaggio verso l’Europa fu un’odissea di scali e ritardi: la nazionale impiegò più di due giorni per arrivare ad Alicante. Qui ad attenderli c’era un pullman con i colori del Messico: probabilmente gli organizzatori, vista la situazione in patria, non credevano che i salvadoregni alla fine avrebbero partecipato. I problemi legati all’organizzazione si fecero subito vedere, la federazione portò solamente venti giocatori, adducendo come scusa l’elevato costo della trasferta intercontinentale. In realtà molti funzionari portarono in Europa le proprie famiglie, anziché i giocatori. Come se non bastasse, i responsabili della squadra salvadoregna si resero conto che delle sette mute ufficiali che l’Adidas aveva inviato alla nazionale ne erano sparite ben quattro, oltre a tutti i venticinque palloni Tango. Rimasti senza palloni dovettero chiederli in prestito all’Ungheria. I ragazzi centroamericani non riuscirono nemmeno a prepararsi tatticamente, non conoscevano nessun avversario europeo, visto che la federazione mesi prima aveva rifiutato di fare una tournée in Europa a discapito di una molto più lucrosa in centro e sud America. La prima partita della Selecta avvenne il 15 giugno 1982 allo stadio Martinez Valero di Elche, gli ignari spettatori non sanno che assisteranno ad uno degli spettacoli più celebri del calcio mondiale. Nonostante la stella in campo fosse Jorge Alberto Gonzalez Barilla meglio noto con il nomignolo di "Magico Gonzalez" un giocatore dal talento straordinario e di una velocità impressionate, lo stesso Maradona definirà il salvadoregno più forte di lui stesso <<un giocatore di un'altra galassia>>. El Magico era davvero un grandissimo fuoriclasse, peccato che la sua abilità in campo si contrapponeva alla vita privata, sregolata e senza freni al limite di ogni eccesso, lo avesse fortemente penalizzato nella carriera, in Europa giocò nel Cadice dove ancora si ricordano delle funamboliche giocate del campione venuto dal Centro america. La partita contro l’Ungheria si rivelò un vero tiro a segno, il povero portiere salvadoregno Luis Ricardo Guevara Mora dovrà raccogliere per ben dieci volte il pallone dal fondo della rete. Mora aveva appena compiuto vent’anni fece dell'agilità il piatto forte della casa: merito delle esperienze maturate nel baseball e nel basket, ma quel giorno passerà alla storia come il portiere che prese più goal ad una partita dei Mondiali, record ancora imbattuto. Mora diventa lo zimbello del Mundial. Fa peggio di un altro collega entrato nella storia dalla parte sbagliata: il sudcoreano Hong Dook-Jong, bucato nove volte in un colpo solo dalla grande Ungheria il 17 giugno 1954 a Zurigo Fa la figura dell'acchiappa-fantasmi, ma non fu tutta colpa sua. Come spesso capita, il portiere paga l'assoluta insipienza di tutti gli altri: compagni, tecnici e dirigenti. El Salvador perse 10 a 1 e l’unica rete della Selecta venne realizzata da Ramirez Zapata attaccante entrato nei minuti iniziali della partita per sostituire un difensore infortunato. Questo resta l’unico goal realizzato dalla formazione centroamericana ai mondiali di calcio. Le altre due partite furono ulteriori sconfitte rimedio un onorevole 1 a 0 dal Belgio e un 2 a 0 dall’Argentina. Il Mondiale di El Salvador terminò qui a zero punti tuttavia, il peggio doveva ancora venire. Una volta ritornati in patria i giocatori vennero paradossalmente umiliati pubblicamente, per non essere stati all’altezza della situazione e la maggior parte di loro, ripudiati dai propri club. Alcuni dirigenti proposero addirittura l’impiccagione nello stadio della capitale, mentre l’allora diciassettenne portiere Luis Guevara Mora, l’angelo custode delle qualificazioni, nonché bersaglio favorito della gogna popolare, uscì miracolosamente illeso da un attentato in cui gli crivellarono l’auto con mitra. L’avventura dell’El Salvador al mondiale spagnolo diventò addirittura un film realizzato dalla televisione spagnola "Uno – La Historia de un Gol".

 
 

FRANCIA 1982    

GERMANIA OVEST 1982     
La Germania Ovest giunse al Mondiale spagnolo vincendo il girone "1" di qualificazione europea. Il percorso dei tedeschi iniziò con una vittoria a Sofia per 3 a 1 contro la Bulgaria, continuò con un 2 a 0 a Tirana contro l’Albania, proseguì battendo l’Austria per 2 a 0 ad Amburgo, e a seguire le vittorie in Finlandia per 4 a 0 e 7 a 1 nel ritorno di Bochum, un'altra vittoria a Vienna per 3 a 1 a chiudere in bellezza con due roboanti successi a domicilio contro Albania 8 a 0 e Bulgaria 4 a 0. Un percorso perfetto il quale non fece altro che proiettare la Germania tra le favorite per la vittoria finale. In Spagna, la Germania Ovest incontrò nuovamente l’Austria per scrivere una delle pagine più tristi dei Mondiali di calcio, quella che passera alla storia come la "Vergogna di Gijon", ma andiamo con ordine. Il 16 giugno al Molinon di Gijon accade quello che non ti aspetti, l’esordiente Algeria, del C.T. francese  Rachid Mekloufi sconfisse per 2 a 1 la blasonata Germania, reti di Rabah Madjer e Lakhdar Belloumi il quale rispose un solo minuto dopo al pareggio di Rummenigge. Era la prima volta che una squadra africana aveva la meglio su una compagine europea ad un Mondiale. Il 20 giugno contro il Cile, la Germania Occidentale pareva essersi ripresa dalla sconfitta con i nord-africani, vinse 4 a 1 con una tripletta di Karl Heinz Rummenigge e una rete di Uwe Reinders. A questo punto la classifica diceva: Austria 4 punti Algeria e Germania Ovest 2 Cile 0. Ai tedeschi per passare il turno sarebbe bastata una vittoria con un goal di scarto contro l’Austria la quale anche lei con il minimo scarto sarebbe stata ammessa al secondo turno a spese dell’Algeria, che nel frattempo aveva vinto 3 a 2 contro il Cile. Già a conoscenza del risultato dell’altra gara le due compagini europee si accordarono per uno scialbo 1 a 0 in favore dei tedeschi, dopo la rete di Hrubesch le due squadre fecero una vergognosa melina, al punto da indignare talmente il pubblico che iniziò a fischiare ed urlare Algeria… Algeria… e a bruciare le bandiere tedesche e austriache, quella gara passo alla storia come la "vergogna di Gijon", da allora si convenne che tutte le partite dell’ultimo turno del girone eliminatorio sarebbero state giocate in contemporanea. Al turno successivo toccò alla Germania: Spagna e Inghilterra. Gettatasi alle spalle le critiche della partita con l’Austria, la Mannschaft pareggiò a reti bianche contro l’Inghilterra e vinse per 2 a 1 contro i padroni di casa con le marcature di Littbarski e Fischer, per la bandiera Josè Maria Zamora. L’8 luglio allo stadio Pizjuan di Siviglia la Germania incrociò la sorprendente Francia. Fu una partita indimenticabile un incontro che passò alla storia come una delle più belle partite di calcio di tutti i tempi, ricordata come la "Notte di Siviglia" Fu la prima partita della storia dei Mondiali a concludersi ai rigori, visse momenti di vero dramma sportivo e non solo. Nei tempi regolamentari la partita terminò con un consueto e poco scenografico 1 a 1, il vero sussulto avvenne all’ottavo minuto del secondo tempo quando il portiere tedesco Harald Schumacher disinteressandosi della palla colpì alla testa l’attaccante  francese Patrick Battiston. Nello scontro il giocatore transalpino rimase a terra per più di un minuto, privo di sensi, completamente immobile. In seguito riprese conoscenza ma il portiere tedesco tenne un comportamento riprovevole disinteressandosi completamente del calciatore che aveva violentemente colpito. Battiston venne portato fuori in barella riportando la caduta di due denti, l’incrinatura di tre costole e la frattura di due vertebre. Il direttore della gara l’olandese  Charles Corver fece finta di non vedere e non sanzionò il fallo di Schumacher. Nei tempi supplementari la partita si infiammò la Francia si portò sul 3 a 1 ma la Germania nei minuti finali dei tempi supplementari rimontò lo svantaggio, prima con il neo entrato Rummenigge, giacché infortunato, infine con una rete di Klaus Fischer costrinsero la gara ai rigori. Dai tiri dal dischetto la Germania Ovest ebbe la meglio 5 a 4 decisivo fu il penalty sbagliato dal nantoise Maxime Bossis. La Germania Ovest era in finale con l’Italia. La partita venne disputata l'11 luglio 1982 allo stadio Santiago Bernabéu di Madrid, l’Italia al 7° minuto ottenne la concessione di un calcio di rigore per atterramento di Bruno Conti in area di rigore, il rigorista Cabrini sbagliò dal dischetto, la partita sembrò volgere in favore dei tedeschi finché nel secondo tempo, il bomber italiano Paolo Rossi non ruppe gli equilibri portando in vantaggio gli azzurri che da quel momento salirono in cattedra mortificando la squadra tedesca che dovette accontentarsi del secondo posto. La partita si concluse 3 a 1 per l’Italia e l’unica rete dei tedeschi fu per piede del capelluto Paul Breitner.

HONDURAS 1982     
Andare per la prima volta ad un Mondiale in compagnia degli odiati cugini di El Salvador non era molto apprezzato dalla federazione honduregna, tuttavia, era l’occasione di dimostrasi migliori degli odiati vicini di casa, e così avvenne. L’Honduras giunse in Spagna dopo aver vinto il campionato CONCACAF 1981 giocato a Tegucigalpa dove ottenne 5 vittorie e 2 pareggi. Al Mondiale i centroamericani esordirono il 16 giugno a Valencia contro i padroni di casa della Spagna, l’Honduras giocò una partita splendida andarono addirittura in vantaggio con Ramon Zelaya, ma purtroppo come nelle tristi storie, l’arbitro argentino Ithurralde si inventò a cinque minuti dalla fine un vergognoso calcio di rigore a favore della Spagna e realizzato da Lopez Ufarte, il risultato finale fu 1 a 1 ma l’Honduras fu il vincitore morale del match. Anche la seconda partita contro l’Irlanda del Nord l’Honduras gioco una brillante gara terminata anche questa volta con un pareggio per 1 a 1 passati in svantaggio per il piede di Armstrong riuscirono a pareggiare con l’attaccante del Platense Antonio Eduardo Laing. Nell’ultima gara del girone alla Romareda contro la Jugoslavia bastava un pareggio per essere sicuri di passare il turno, per tutta la partita l’Honduras si difese molto bene, ma ad un minuto dalla fine uno sciagurato fallo di Villegas in piena area di rigore franò sull’attaccante jugoslavo Milos Sestic. Calcio di rigore questa volta netto decretato dall’direttore di gara cileno Castro e realizzato da Vladimir Petrovic infranse i sogni di un intera nazione. Al termine della gara rimangono in mente le lacrime del portiere Julio Cesar Arzù che fecero il giro del mondo, mentre il pubblico di Saragozza urlava "Honduras Honduras". L’Honduras usciva immeritatamente dal Mondiale ma fu certamente la squadra che espresse il miglior gioco del girone, in patria ad accoglierli migliaia di tifosi che li portarono in trionfo come se avessero vinto loro il Mundial.

INGHILTERRA 1982       


IRLANDA DEL NORD 1982       


ITALIA 1982


JUGOSLAVIA 1982    
Dalla Nazionale jugoslava ci si aspettava sempre di veder sbocciare l’enorme talento dei propri giocatori e finalmente vincere qualcosa di importante, ma, anche in questa occasione i tifosi slavi rimasero delusi, in questa occasione a sbarrare la strada alla squadra balcanica ci fu una sorprendente Irlanda del Nord. La Jugoslavia si qualificò al Mondiale vincendo il gruppo "5" di qualificazione con un punto di vantaggio sugli azzurri di Enzo Bearzot. I Plavi vinsero sei partite, ne pareggiarono una e furono sconfitti una sola volta dall’Italia al Comunale di Torino. Le vittorie furono nel girone di andata ai danni della Danimarca per 2 a 1, della Grecia per 5 a 1, del Lussemburgo per 5 a 0, nel ritorno vinse ancora in Grecia per 2 a 1, travolse nuovamente il Lussemburgo ancora per 5 a 0 e si impose per 2 a 1 a Copenhagen, mentre l’unico pareggio fu contro gli azzurri con cui impattarono per 1 a 1 a Belgrado. Al Mondiale la Jugoslavia fu sorteggiata in un girone all’apparenza abbordabile con la Spagna padrona di casa, l’esordiente Honduras e l’Irlanda del Nord che fino ad allora aveva partecipato una sola volta al torneo iridato nel 1958 in Svezia, ai danni degli azzurri di Alfredo Foni. Nella prima partita la Jugoslavia affronto i verdi della Nord Irlanda contro la quale non andò oltre lo 0 a 0, non per demerito ma per il sorprendente vigore degli irlandesi guidati dal giovanissimo Norman Whiteside. Il 20 giugno gli slavi vennero immeritatamente sconfitti per 2 a 1 dalla Spagna grazie ad un mastodontico errore dell’arbitro danese Lund Sorensen. I Plavi passarono in vantaggio al 10° minuto con un fantastico colpo di testa in corsa di Ivan Gudelj, prontamente raggiunto da un calcio di rigore quattro minuti più tardi realizzato da Juanito per un fallo commesso dal difensore croato Velimir Zajec su Miguel Angel Alonso nettamente fuori dall’area di rigore. Il goal della vittoria spagnola fu siglato dal valenzano Gil Saura. Con un solo punto, dopo due partite la situazione della Jugoslavia era già potenzialmente compromessa tuttavia, le speranze non erano del tutto perse. La vittoria per 1 a 0 contro l’Honduras riaccese le aspettative della Jugoslavia, ma la formula incomprensibile del Mondiale, con la partita tra Spagna e Irlanda che venne giocata il giorno successivo già a conoscenza del risultato della Jugoslavia permise alle due squadre di gestire la situazione e passare entrambe al secondo turno, non l’hanno chiamata per cautela la "Vergogna di Valencia".

KUWAIT 1982      
Quella del 1982 fu, per ora, la sola e unica partecipazione del Kuwait ai campionati del mondo, ma questa presenza rimarrà alla storia come una delle più curiose del calcio mondiale. Da poco ottenuta l'indipendenza dall'Impero britannico, il 19 giugno 1961, nel Kuwait, uno dei più piccoli stati dell’Asia, retto da una monarchia costituzionale, gli sceicchi in quegli anni, grazie ai proventi del petrolio avviarono a partire dagli anni Sessanta un processo di modernizzazione che coinvolse tutti i settori della sfera pubblica, fra questi il calcio. Grazie agli investimenti degli emiri, la nazionale del Kuwait iniziò un'escalation di risultati positivi che conobbe il suo punto più alto tra gli anni Settanta e i primi anni Ottanta. Dopo essersi aggiudicato quattro edizioni della Coppa delle Nazioni del Golfo (1970, 1972, 1974 e 1976), nel 1976 con allenatore il brasiliano Mario Zagallo, giunge secondo nella Coppa d'Asia, perdendo per 1 a 0 la finale contro l'Iran padrone di casa. Dopo l'addio di Zagallo, nel 1978 la federazione kuwaitiana offrì la panchina della squadra a Carlos Alberto Parreira il "dilettante" poiché non giocò mai in una squadra professionista. Qualificatosi al Mondiale un po' sorprendentemente, superò la prima fase vincendo il girone di qualificazione asiatico numero "2" giocato interamente sul suolo amico a Madinat al-Kuwait la capitale dell’emirato saudita. Il torneo di qualificazione si svolse in soli otto giorni, dal 21 al 29 aprile del 1981. Il Kuwait vinse tutte le partite; 6 a 0 alla Thailandia, 4 a 0 alla Malesia e un imprevedibile 2 a 0 alla forte Corea del Sud. Nel girone finale arrivo primo con 9 punti frutto di 4 vittorie, contro Nuova Zelanda, Arabia Saudita, Cina e ancora Arabia, di un pareggio a domicilio con gli "All White" e una sola sconfitta a Pechino contro la Cina. La curiosità per questa squadra esotica raggiunse la Spagna ancor prima dell’inizio del Mondiale, con qualche giorno di anticipo arrivò all’aeroporto di Valladolid un cammello dal nome Haydoo, di conseguenza una marea di giornalisti incuriositi accorsero a fare foto e raccontare l’arrivo del curioso animale. La storia del cammello ebbe inizio il 10 ottobre del 1981 ad Auckland in Nuova Zelanda quando i tifosi della squadra oceanica esposero uno striscione con la scritta "Tornate dai vostri cammelli", il Kuwait vinse la gara e i giocatori tornarono felici ad occuparsi delle loro bestiole al punto che, dalla partita successiva un vero dromedario in carne e gobba avrebbe accompagnato sul terreno di gioco i giocatori della Nazionale. In Spagna però la FIFA non diede il consenso alla squadra di farsi accompagnare in campo dal grosso ruminante che, dovette essere ospitato presso lo zoo di Valladolid. Le stranezze della squadra asiatica non si fermarono al solo episodio del cammello, ma andarono oltre. Durante le partite di qualificazione il Kuwait utilizzò una maglia molto particolare, azzurra con sulle maniche delle righette bianche, rosse e azzurre cosa davvero unica nel panorama calcistico internazionale, infatti la FIFA anche in questo caso consigliò i dirigenti kuwaitiani di optare per una classica maglia azzurra. Un'altra stranezza che accompagnò il Kuwait era il portiere Mohamed Kheir Al Tarabulsi libanese naturalizzato kuwaitiano solo pochi anni prima, cresciuto sotto le bombe di Beirut, praticava il calcio da dilettante, poiché la sua vera attività era quella di lettore di Corano e testi islamici, dopo aver appeso le scarpe al chiodo divenne un apprezzato Imam. Le sorprese, tuttavia, non erano finite, il Kuwait giocò una splendida partita contro la Cecoslovacchia il 17 giugno al Zorilla di Valladolid, nella quale colse il pareggio per 1 a 1 riuscendo a rimontare con l’attaccante Faisal Al Dakhill lo svantaggio subito da un generoso calcio di rigore dell’infallibile Antonin Panenka. Quello che portò alla ribalta la Nazionale Kuwaitiana successe il 21 giugno contro la Francia.  La partita pare di quelle proibitive per la squadra asiatica infatti, Bernard Genghini dopo 30 minuti aprì marcature poco dopo fu il capitano Michel Platini a segnare la seconda rete. Il primo tempo si chiuse sul 2-0, con il Kuwait che, nonostante i propri sforzi, pareva destinato a ricoprire il ruolo di vittima sacrificale dei transalpini. Nella ripresa al 48° minuto fu la volta di Didier Six che superò Al Tarabulsi con un magistrale pallonetto. Il Kuwait non si diede per vinto il centrocampista Abdullah Al Buloushi a tu per tu con il portiere francese Ettori firmò la rete del 3-1 Al 79° minuto accade l’inimmaginabile si verificò uno degli episodi più clamorosi di sempre della storia dei Mondiali. Platini invita un delizioso passaggio al compagno Alain Giresse, che portandosi in area di rigore realizzò il 4 a 1 mandando il pallone centralmente sotto la traversa. L'arbitro russo Mirolav Stupar indicò subito il centrocampo, ma i difensori del Kuwait, rimasti completamente immobili, protestarono vigorosamentee discussero vivacemente con il direttore di gara, dissero di aver sentito un fischio e di essersi fermati, convinti che fosse un segnale dell'arbitro. Circondarono tutti il sovietico Stupar, arrabbiatissimi. Dalla tribuna, un tizio vestito in kefiah invita la squadra a uscire dal campo, il personaggio non è uno qualsiasi: si chiamava Fahad Al Ahmed Al Jaber Al Sabah, era il leader della federcalcio del Kuwait nonché il fratello dell'emiro che governa il piccolo paese arabico. Al-Sabah invitò i giocatori ad uscire immediatamente dal campo ma questi esitarono allora l’emiro scese personalmente in campo violando tutti i controlli della polizia spagnola. Una volta sul prato, circondato da gendarmi, guardie del corpo e funzionari Fifa, Al Sabah si prese la scena, com'è probabilmente era abituato a fare a casa sua. L'emiro parla con tutti, l'arbitro proferì con i guardalinee, i delegati Fifa parlavano con i francesi, i poliziotti sorvegliavano, i fotografi e giornalisti presenti sul campo, nessuno sapeva quali peci pigliare, mai si era vista una situazione del genere. Al Sabah ottenne l’annullamento della rete e se ne tornò soddisfatto in tribuna. Stupar fece riprendere il gioco con lo scodella mento della palla, i francesi se la ridevano a crepapelle, si rimaneva sul 3 a 1, tuttavia, la partita terminò 4 a 1 grazie ad un ultima rete di Alain Bosiss. Mai si vide tanta pantomima e mai più si assisterà ad un pagliacciata del genere. A Bilbao tre giorni più tardi il Kuwait incrociò i maestri del calcio dell’Inghilterra la quale dopo la sceneggiata di Valladolid, pensava di fare un sol boccone della squadra araba. Le cose invece non andarono per come avevano previsto gli europei, i kuwaitiani misero in seria difficoltà la squadra inglese che riuscì a vincere solo per 1 a 0 grazie ad una rete di Trevor Francis. L’avventura mondiale della Nazionale kuwaitiana si concluse con due sconfitte, un pareggio e 2 reti segnate se anche si comportò egregiamente in campo la ricorderemo più sicuramente per la grottesca sceneggiata del emiro Al Sabah.

NUOVA ZELANDA 1982      
Finalmente la Nuova Zelanda nel 1981 imparò a giocare con la palla rotonda. Soprannominati "All White" in contrapposizione ai cugini più celebri del rugby "All Blacks", iniziarono a partecipare alle qualificazioni mondiali solo dal 1970, fino ad allora i neozelandesi furono sempre sottomessi allo strapotere continentale dell’Australia. Più che ai Mondiali dove fece l’egregia figura di sparring partner del gruppo "6", la Nuova Zelanda fece parlare di sé durante le qualificazioni, in uno spareggio contro l’allora quotata Cina. Per raggiungere la meta spagnola il cammino della Nuova Zelanda iniziò il 25 aprile del 1981 al Mount Smart Stadium di Auckland, un impianto sprovvisto di tribune e dove gli spettatori per seguire la partita, si dovettero sedere sul prato inclinato adiacente al campo, un atmosfera davvero surreale da pionieri del calcio. Gli All-Whites impattarono 3-3 con la favorita Australia. A seguire una facile vittoria contro le Isole Fiji per 4 a 0 a cui si accompagnò un modesto pareggio a reti inviolate contro Taiwan. L’immediato riscatto giunse il 23 maggio del 1981 a Jakarta: davanti a 100.000 spettatori la Nuova Zelanda si impose per 2 a 0 sull’Indonesia, presentandosi così nel migliore dei modi alla sfida di ritorno contro l’Australia che fu vinta dagli "All White" per 2 a 0. Facili e scontati furono gli ultimi tre incontri contro: Indonesia, Taiwan e Fiji, quest’ultima subì un pesante 13 a 0 con addirittura 6 reti  dell’attaccante Steve Sumner, il quale aveva avuto trascorsi in Inghilterra nelle squadre giovanili del Blackpool e Preston North End. Qualificata alla seconda fase la Nuova Zelanda dovette affrontare avversari ben più quotati, il girone finale era composto oltre ai nostri; dal Kuwait, Arabia Saudita e Cina. Le ostilità si aprirono proprio contro quest’ultima, il 24 settembre del 1981, quando a Pechino le due squadre pareggiarono 0 a 0, subitamente pochi giorni dopo, il 3 ottobre, fu giocato il ritorno ad Auckland dove la Nuova Zelanda si impose per 1 a 0. Successivamente il cammino della squadra oceanica si fece incerto e complicato, venne sconfitta in casa dal Kuwait e pareggiò il match di ritorno, alla fine non andò oltre al pareggio contro l’Arabia Saudita ad Auckland. Il percorso della nazionale neozelandese pareva compromesso, per ottenere la qualificazione era necessario vincere a Ryad con un ampio margine di reti, e così avvenne. La Nuova Zelanda si impose con un roboante 5 a 0 sufficiente da raggiungere in classifica la Cina, sconfitta nel frattempo dal sorprendente Kuwait. Cina e Nuova Zelanda arrivarono entrambe seconde in classifica con 7 punti e con la stessa differenza reti +5, si rese necessario lo spareggio. Nel frattempo tutti i media tra cui ricordo, il Guerin Sportivo, fecero dei servizi speciali sulla squadra cinese come sicura qualificata al Mundial, ma non avevano ancora fatto i conti con l’oste. Lo spareggio si giocò a Singapore, il 10 gennaio 1982 con 60.000 spettatori quasi tutti provenienti dalla Cina. Tale fu il mio interesse per quella partita che il giorno dopo corsi in edicola a far incetta di quotidiani sportivi per conoscere il risultato, rimasi deluso, la partita giocata in estremo oriente non era si era ancora terminata a giornali in stampa, dovetti aspettare un altro giorno. Ricordo ancora a memoria le formazioni che scesero in campo agli ordini del direttore di gara thailandese, di origini olandesi, Vijit Getkaew. Nuova Zelanda: in porta, Richard Wilson a difendere, Glenn Dods, Ricki Herbert, Bobby Almond, e Adrian Elrick a centrocampo, Duncan Cole, Keith Mackay, Billy McClure e Brian Turner, in avanti, Steve Sumner con Grant Turner. Cina: estremo difensore, Li Fusheng, difensori, Zang Cailing, Wang Feng, Cai Jinbiao e Lin Lefeng. Centrocampisti, Chen Xirong, Chi Shangbin, Huang Xiangdong attaccanti, Chen Jingang, Gu Guangming e Yang Yumin. La Nuova Zelanda realizzò il miracolo con le reti dei subentrati Wynton Rufer, subito tesserato dallo Zurigo e Steven Wooddin in forza al South Melbourne, a nulla servi la rete di Huang Xiangdong al 75° minuto. Il trionfo degli "All Whites" consacrò il calcio neozelandese sul palcoscenico del calcio mondiale. In Spagna, la Nuova Zelanda fece il proprio debutto il 15 luglio alla Rosaleda di Malaga contro la favorita Scozia, nonostante la sconfitta per 5 a 2 i "Kiwi" non fecero una brutta gara anzi diedero del filo da torcere ai britannici, le reti neozelandesi furono siglate da Steve Sumner e Steven Wooddin. Il 19 fu la volta dell’Unione Sovietica, una brutta gatta da pelare per gli "All White", con un Oleg Blochin in gran forma i russi si imposero per 3 a 0, nonostante, il risultato il portiere sovietico Rinat Dasaev fu impegnato più volte dagli attaccanti avversari. L’ultimo match riservò ai neozelandesi nientemeno che il Brasile delle meraviglie, i verdeoro non si tirarono indietro offrendo una stupenda lezione di calcio. La Nuova Zelanda venne sconfitta per 4 a 0 con una doppietta di Zico e le reti di Falcao e Serginho, che resero la giornata del portiere Van Hattum ahimè indimenticabile, tuttavia, cosa si poteva chiedere ad una squadra esordiente, in un paese dove il calcio non è lo sport cardinale, inserita in un girone del genere?

PERU' 1982      

POLONIA 1982   
“L’Estate sta finendo e una generazione se ne va”, parafrasando una canzone dei Righeira in voga nei primi anni Ottanta si fa riferimento al calciatore Grzegorz Lato, infatti in lingua polacca “Lato” significa estate. Il campione polacco presente dai mondiali del 1974 ha scritto le migliori pagine del calcio polacco. Anche in Spagna la nazionale dei Biało-czerwoni si comporterà molto bene arrivando terza, ma questo fu il fatidico canto del cigno successivamente e per lungo tempo la Polonia soffrirà una crisi generazionale di talenti. La Polonia staccò il pass per “España 82” vincendo il gruppo “7” di qualificazione europea a sole tre squadre. Sicuramente fu il girone UEFA più semplice, l’unica compagine che avrebbe potuto dare dei grattacapi alla Polonia era la Germania Orientale che tuttavia, fu sconfitta in entrambi gli incontri di andata e ritorno, 1 a 0 a Chorzow e 3 a 2 a Lipsia. L’altra squadra, Malta, fu solo una formalità, i polacchi si imposero 2 a 0 a La Valletta e 6 a 0 a Wroclaw. Al Mondiale la Polonia venne sorteggiata nel gruppo “1” con Italia, Camerun e Perù. Fu un girone equilibratissimo dove in sei partite si registrarono 5 pareggi, la Polonia si classifico prima a seguito del pareggio iniziale per 0 a 0 contro gli azzurri, un successivo 0 a 0 con gli esordienti africani del Camerun ed infine una larga vittoria per 5 a 1 contro il Perù con le reti avvenute tutte nel secondo tempo di: Smolarek, Lato, Boniek, Buncol e Ciolek a chiudere per i sudamericani Guillermo La Rosa. Archiviato il turno eliminatorio la Polonia dovette affrontare nel girone finale il Belgio, contro il quale vinse con un largo 3 a 0 grazie una tripletta dello straordinario Zbigniew Boniek che, in quell’occasione fece innamorare il patron della Juventus Giovanni Agnelli il quale lo volle alla sua corte per il successivo campionato di serie A, a far coppia con un altro fenomeno dal nome Michel Platini. La successiva partita contro l’Unione Sovietica fu più ostica è terminò con un nulla di fatto 0 a 0, in classifica URSS e Polonia avevano gli stessi punti ma a proiettare i polacchi in semifinale fu la differenza reti di più due, nei confronti dei cugini russi. L’otto luglio al Camp Nou di Barcellona ad affrontare la Polonia vi era un Italia stellare che aveva preso coraggio e valore dalla vittoria con il Brasile. Italia e Polonia si incontravano per la seconda volta in questo Mondiale, nel girone eliminatorio finì 0 a 0, mentre in semifinale i polacchi dovettero cedere il passo agli azzurri ancora una volta trascinati da uno splendido Paolo Rossi autore di entrambi le reti del match. Italia in finale e Polonia nella finalina per il terzo posto a contenderli il podio la Francia di “Roi Michel” in quella gara si poté assistere in contemporanea alle giocate dei due futuri campioni della Juventus Boniek e Platini. La Polonia vinse 3 a 2 e raggiunse il suo miglior piazzamento ad un campionato del mondo. Per il tabellino a segnare per i polacchi furono: Szarmach, Majewski e Kupcewicz per i francesi Girard e Couriol.

SCOZIA 1982


SPAGNA 1982


UNGHERIA 1978   

U.R.S.S.  1982    

 
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