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|ARGENTINA | AUSTRIA | BRASILE | CECOSLOVACCHIA | FRANCIA | GALLES | GERMANIA OVEST | INGHILTERRA  | IRLANDA DEL NORD| JUGOSLAVIA | MESSICO | PARAGUAY | SCOZIA | SVEZIA | UNGHERIA | U.R.S.S. |

Le nazioni di tutto il mondo sono impegnate nella ricostruzione delle loro città, gli anni ’50 sono quelli in cui si danno vita alle più grandi contrapposizioni politiche, filosofiche e finanziarie del nuovo assetto mondiale. Si costituì una prima bozza di Europa Unita, nacque il Patto di Varsavia, si riaggiustarono i confini delle nazioni europee, vedasi il caso di Trieste,  si consolidò il Patto Atlantico delle nazioni alleate con gli Stati Uniti, il Sudamerica era sconvolto da continui colpi di stato, l’Africa iniziò a scrollarsi di dosso il fardello del colonialismo, ma la tensione in Europa era alle stelle dopo l’invasione di Budapest e le rivolte operaie in Polonia. Per organizzare il prossimo mondiale evitando pericolose rivendicazioni di boicottaggio era necessario che un paese neutrale si facesse avanti. Si rimase ancora in Europa fu il momento della civilissima e neutrale Svezia. Già dal 1950 al congresso della FIFA di Rio de Janeiro il paese si era candidato per l’organizzazione della sesta edizione del campionato del mondo. Il paese scandinavo, inoltre, stava vivendo un grande momento di sviluppo economico e sportivo. Fu il primo mondiale senza Jules Rimet, deceduto nel 1956 e sostituito dal belga Rodolphe Seeldrayers alla guida della FIFA. Si misero in mostra grandissimi campioni del calibro di Liedholm, Hamrin, Skoglund, Simonsson e Gren. La Svezia promise di essere una delle protagoniste in questa edizione che, finalmente vide una generazione di giocatori fenomenali tra le file del Brasile, su tutti Pelè e Garrincha. Parteciparono alla fase finale sedici squadre suddivise in quattro gironi da quattro squadre con formula all’italiana pura, mettendo nel cassetto la cervellotica e poco chiara formula svizzera. Alle qualificazioni parteciparono 51 squadre di tutti i continenti, esclusa l’Oceania. Le squadre britanniche per la prima ed unica volta riusciranno a qualificarsi tutte, inserite questa volta nei gironi continentali e non nella classica Home British Championship . L’ esordiente Irlanda del Nord si qualificò a spese degli italiani che mai toccarono un livello calcistico cosi basso. Per la prima volta partecipò anche l’Unione Sovietica e a seguire Ungheria, Jugoslavia e Cecoslovacchia. Per l’Europa Occidentale oltre alla Svezia anfitrione, la Germania Ovest detentore del titolo e le già citate britanniche, presero parte Francia e Austria, per il Sudamerica; Brasile, Argentina e Paraguay, nessuna rappresentante per i continenti asiatico e africano. Si giocò in dodici città dislocate nella parte centrale e meridionale del paese, erano previste anche, se si fosse qualificata la Danimarca, alcune partite a Copenaghen. Il Mondiale mise in mostra una generazione di fenomeni che sino ad allora non si era mai vista. Fu la volta del Brasile che grazie alle prestazioni di Garrincha, Dialma Santos, Didì ed in particolare del giovanissimo Edson Arantes do Nascimento meglio conosciuto con il nomignolo di Pelè, si aggiudicherà il torneo. La nazionale brasiliana, tuttavia, anche in questa occasione non farà parlare di se solo per i risultati sul campo, ma pure per le vergognose risse avvenute all’interno dello spogliatoio e dell’ammutinamento di alcuni giocatori i quali vollero far loro la formazione, facendo allontanare altri compagni di squadra a mondiale in corso. Il mondiale sarà una delusione per la Germania Ovest chiamata a riconfermare il titolo, così come per l’Argentina che, dopo aver vinto due volte il torneo continentale sudamericano sfigurerà colpevole anche la non convocazione degli "angeli dalla faccia sporca" Sivori, Maschio e Angelillo. Rimedieranno brutte figure anche Inghilterra e Ungheria entrambe eliminate al primo turno. Da parte sua si sperava meglio anche dall’Unione Sovietica fresca vincitrice alle olimpiadi australiane del 1956. Faranno sicuramente una buona figura, la già citata Svezia, il Galles e l’Irlanda del Nord, ma su tutti la Francia che arriverà alle semifinali grazie alle reti del suo cannoniere Just Fontaine che, con ben 13 realizzazioni è ancora oggi il bomber più prolifico ad un edizione iridata. Il mondiale svedese fu il mondiale "di mezzo" quello che fece da limes tra il calcio antico a quello moderno del 1962 in Cile, dove tuttavia, le tendenze politiche fecero sentire la loro influenza più che mai.

ARGENTINA 1958      
L'avventura mondiale dell'Argentina iniziò con un capitombolo a La Paz dove vennero sconfitti per 2 a 0 dai condor biancoverdi, a dire il vero a fare la differenza fu l'altitudine che taglio letteralmente il fiato ai rioplatensi e dopo aver subito due reti non seppero reagire. La settimana successiva il 13 ottobre del '57 l'albiceleste fu di scena allo stadio Nacional di Santiago qui la nazionale argentina si impose abbastanza agevolmente per 2 a 0 contro il Cile. Il 20 ottobre sono gli argentini ad ospitare alla Bombonera i cileni, i quali tramortiti dalle urla dei 70.000 spettatori dopo solo un quarto d'ora erano sotto di tre reti, al termine cedettero il passo ad un secco 4 a 0, autori delle marcature furono di Menendez, Zarate e doppietta di Corbatta, ma non furono da dimenticare i due portieri, Carizo e Quitral che, entrambi pararono un rigore a testa. Il 27 dello stesso mese ad Avellaneda sul livello del mare gli argentini affrontano la Bolivia e questa volta non ci fu gara vinsero gli argentini per 4 a 0 e staccarono il pass per Stoccolma. Giunti in Svezia senza gli angeli dalla faccia sporca, senza Zarate e Labruna per l'Argentina l'avventura svedese fu più dura del previsto. A fare da cornice all'esperienza scandinava vi furono le bionde valkirie e i locali notturni di maggior gradimento anziché gli allenamenti. Nella gara inaugurale del mondiale, l'otto giugno del 1958 allo Malmo Stadion affrontarono i campioni uscenti della Germania Ovest., privi della seconda divisa, i giocatori argentini dovettero utilizzare la maglia gialla dell'IFK Malmoe, da non confondere con i ben più noti cugini dell'FF Malmo, la camiciola non portò fortuna ai sudamericani che persero per 3 reti a 1. Quattro giorni più tardi incrociarono ad Halmstad, l'esordiente, Irlanda del Nord e si impose per 3 a 1, ma il successo fu parecchio difficile. Gli irlandesi passarono in vantaggio dopo soli tre minuti, per raggiungere il pareggio fu necessario un generosissimo regalo dell'arbitro svedese Ahlner che concesse un rigore inesistente agli argentini, le altre due reti giunsero di li a poco sempre in situazioni poco chiare. Sicuri di fare risultato contro la Cecoslovacchia gli argentini scesero in campo con sufficienza e presunzione, i boemi non tardarono a punire i sudamericani. I cechi si imposero con un roboante 6  a 1 al ritorno i tifosi non perdonarono le scappatelle svedesi e attesero iracondi all’aeroporto i giocatori dell’albiceleste.

AUSTRIA 1958       
L’Austria non è più la grande potenza del calcio mitteleuropeo del l’anteguerra, tuttavia, fa ancora la sua discreta figura nel gruppo europeo cinque di qualificazione con Olanda e Lussemburgo. Vinse agevolmente la prima sfida il 10 febbraio del ’57 al Prater di Vienna per 7 a 0 contro il Lussemburgo. In primavera sempre nella capitale austriaca i bianchi si imposero per 3 a 2 sull’Olanda, ma la partita lasciò molti strascichi nel dopo partita. Gli olandesi dopo solo 31 minuti si portarono in vantaggio per 2 reti a zero, a ricondurre la partita in equilibrio ci pensò l’arbitro tedesco Schmetzer, il quale favorì nettamente gli austriaci e per togliersi il pensiero assegnò un rigore inesistente ai cugini in divisa bianconera che si imposero per 3 a 2. Nella gara di ritorno il 25 settembre ad Amsterdam, Olanda e Austria pareggiarono 1 a 1, il risultato valse la qualificazione al mondiale per gli austriaci, che tre giorni dopo imposero un secco 3 a 0 al Lussemburgo. Ai mondiali però le cose andarono in tutt’altro verso, ho già ricordato in precedenza che la nazionale alpina non era neppure lontana parente del mirabolante "Wunderteam", venne inserita nel  gruppo D con Brasile, Inghilterra e Unione Sovietica. L’esordio alla manifestazione avvenne l’otto giugno del 1958 allo stadio Rimmersvallen di Uddevalla di fronte il Brasile di Feola che piegò senza fatica l’undici austriaco per 3 reti a 0. L’11 giugno allo Ryavallen di Boras, l’Austria venne sconfitta dall’Unione Sovietica per 2 a 0, solo la fortuna e le prodezze del portiere austriaco Schmied misero un freno alla superiorità tecnica dei sovietici. Nella terza gara, il 15 giugno sempre allo stadio di Boras l’Austria affrontò l’Inghilterra in una delle più belle partite del mondiale. La gara terminò 2 a 2 con le splendide reti di Koller e Korner da fuori area da oltre trenta metri dalla porta di McDonald. Non solo con questa partita terminò l’avventura austriaca ai mondiali svedesi ma per oltre vent’anni la nazionale alpina non riuscirà più a qualificarsi a nessuna manifestazione calcistica internazionale.

BRASILE 1958       
Dopo l’ennesima brutta figura rimediata in Svizzera, in questa occasione il Brasile era deciso a ben figurare in Europa, forte della bella esperienza rimediata nella "Copa" sudamericana del ’57 e favorito da una generazione di fenomeni che rispondono al nome di; Garrincha, Didì, Bellini, Djalma Santos, Nilton Santos, Roberto e Pelè i verdeoro erano intenzionati e convinti di conquistare finalmente il titolo iridato. Per giungere in Svezia il Brasile dovette affrontare un solo avversario, il Perù, in doppia gara di andata e ritorno. La questione qualificazione si risolse nel breve tempo di una settimana. Il 13 aprile del 1957 il Perù ospitò il Brasile, la partita risultò più ostica del previsto, finì 1 a 1. Nella gara di ritorno a Rio de Janeiro, non fu una passeggiata per i carioca che, superano gli andini solo per 1 a 0. Iniziarono a manifestarsi alcuni malcontenti nello spogliatoio e per evitare altre figuracce al mondiale l’allenatore Osvaldo Brandao venne sostituito dall’accomodante Vicente Italo Feola, voluto sulla panchina verdeoro da alcuni giocatori brasiliani. Nella gara d’esordio l’otto giugno del 1958 ad Uddevalla il Brasile ebbe comodamente ragione dell’Austria, si impose con un facile 3 a 0 realizzato da Nilton Santos e da una doppietta di "Mazola" alias Josè Altafini al tempo pedatore brasiliano. Nella seconda gara disputata pochi giorni dopo, l’undici giugno, le cose non andarono come i brasiliani avevano previsto. Allo stadio Ullevi di Goteborg il Brasile affrontò L’Inghilterra e la partita termino 0 a 0, era la prima volta che ad una competizione mondiale una partita terminasse a reti inviolate. Per il Brasile era una mezza vergogna, iniziarono a manifestarsi alcuni attriti all’interno dello spogliatoio infatti, nella terza gara contro l’Unione Sovietica l’allenatore Feola cedette alle pressioni della stampa e di alcuni giocatori, rischio l’ammutinamento, i compagni chiesero la testa di Dino Sani, Joel e Altafini e con l’ingresso in squadra di Garrincha e Pelè, mai cosa fu così azzeccata. Nella gara contro l’Unione Sovietica il Brasile si impose per 2 reti a 0, con una doppietta di Vavà ma, a fare la partita sono i due fenomeni scesi in campo a Goteborg Garrincha e Pelè. Ai quarti di finale il 19 giugno del 1958, il Brasile incontrò il Galles, fu un brutto Brasile che riuscì a stento a fare il compitino contro un onesto Galles che pagò sul piano fisico la partita di spareggio contro l’Ungheria di pochi giorni prima, vinse per 1 a 0 con la prima rete mondiale di Edson Arantes do Nascimento detto Pelè. Per la semifinale il Brasile si trasferì a Stoccolma presso lo stadio Rasunda di Solna dove affrontò la Francia del goleador Just Fontaine la partita rimase in equilibrio sino al quarantesimo sul risultato di 1 a 1 quando un’entrata assassina di Vavà fratturò la tibia alla difensore francese Vincente da lì in poi non sarà più la stessa gara e il Brasile avrà vita facile. Il match terminò 5 a 2 in favore dei verdeoro con le reti di Vavà, Didì e una tripletta di Pelè consacrato a diciassette anni come quello che sarà il più grande calciatore di tutti i tempi. La finale si disputò il 29 giugno del 1958 allo stadio Rasunda di Stoccolma, erano presenti circa 50.000 spettatori, la finale fu una partita inedita, per la prima volta la Svezia giunse ad una finale, in campo vi era il meglio di ciò che poteva offrire il calcio mondiale, da una parte l’estro e la fantasia dei giocatori brasiliani dall’altra la solidità e l’agonismo degli svedesi. Il Brasile scese in campo con un inedita maglia azzurra mentre gli svedesi con la classica maglia gialla. La partita si giocò sotto una pioggia insistente, il campo pesante, gli scandinavi si portarono subito in vantaggio dopo soli quattro minuti con una rete di Niels Liedholm, dopo cinque minuti il Brasile rimise in equilibrio la gara con Vavà, la partita terminera 5 a 2 per i carioca ma saranno gli incantevoli Pelè  e Garrincha a fare la differenza in una sfida che, finalmente proclamerà il Brasile per la prima volta campione del mondo.

CECOSLOVACCHIA 1958       
Il cammino verso Stoccolma della Cecoslovacchia iniziò a Cardiff il primo maggio del 1957 con un’inaspettata sconfitta contro il Galles, 1 a 0, dei fratelli Charles. Il 26 maggio venne immantinente  giocata la partita di ritorno a Praga dove i boemi si imposero per 2 a 0, un risultato stretto rispetto alla mole di gioco e alle occasioni create da Masopust e compagni.  A giugno fu il momento delle due gare contro la Germania Orientale, la Cecoslovacchia all’andata, si impose per 3 a 1 sul terreno di Brno e al ritorno vinse 4 a 1 allo Zentralstadion di Lipsia. La Cecoslovacchia giunse prima nel proprio girone assicurandosi un posto in Scandinavia, mentre il Galles dovette affrontare lo spareggio interzona contro Israele. Al mondiale la squadra di Masopust e Novak incappò, l’otto giugno del 1958, in una imprevedibile sconfitta, 1 a 0, contro gli esordienti dell’Irlanda del Nord, la gara successiva, dell’undici giugno ad Helsigborg, riservò, invece, un ottima prestazione della Cecoslovacchia che, riuscì a bloccare sul 2 a 2 i campioni del mondo uscenti della Germania Ovest, dopo essere stata per lungo tempo in vantaggio di due reti, a determinare le sorti della gara tuttavia, ci pensò il già noto, arbitro inglese Arthur Ellis che chiuse più di un occhio sui falli commessi dai tedeschi. La larga vittoria per 6 a 1 della Cecoslovacchia contro l’Argentina, giocata il 15 giugno all’Olimpiavallen di Helsigborg, non fu sufficiente ai cechi per proseguire il cammino nel torneo, giunsero secondi a pari merito con l’Irlanda del Nord che, forte dello scontro diretto vinto per 1 a 0 passò sorprendentemente ai quarti di finale.

FRANCIA 1958       
La sesta edizione del campionato iridato fu per la Francia un’ottima occasione per mettere in luce l’ottimo momento in cui versava il calcio transalpino in particolare fu il talento di Just Fontaine a rendere merito al calcio francese, attaccante dello Stade Reims è della nazionale è stato il più grande goleador ai campionati del mondo, ancora oggi il suo record di tredici reti in una sola edizione è imbattuto. Nel girone di qualificazione europeo numero 2 la Francia se la dovette vedere con Belgio e Islanda. La nazionale transalpina che partecipò alle qualificazioni era una squadra multietnica composta da giocatori polacchi, italiani e molti nord africani, nella prima gara giocata l’undici novembre del 1956 allo stadio olimpico di Les Colombes a Parigi la Francia si impose al Belgio con un perentorio 6 a 3. Nella seconda partita, a quasi un anno di distanza, contro gli Islanda, la Francia vinse con un secco 8 a 0. Le due partite di ritorno furono pura formalità, i bleus vinsero 5 a 1 in Islanda e pareggiarono 0 a 0 in Belgio in una partita che non aveva più nessuna importanza se non quella di passare alla storia come l’ultima partita in cui i giocatori algerini facevano venivano considerati tout court francesi, di lì a poco ad Algeri e dintorni esplosero le rappresaglie per ottenere l’indipendenza dalla Francia. Al mondiale non c’erano più Mekhloufi, Zitouni e Brahimi che passarono a difendere i colori dei Fennech algerini ma, entrò a far parte dei blues, il già citato, Just Fontaine calciatore di origini marocchine dalla letale vena realizzativa. Naturalizzato e già utilizzato in nazionale, sembrava destinato ad un ruolo di riserva ai Mondiali del 1958 quando un infortunio del suo compagno René Bliard gli spianò la strada verso un posto da titolare. Grazie agli assist di Kopaszesky meglio conosciuto come "Kopa", Just Fontaine infilò una sequenza straordinaria, segnando in tutte le partite disputate dalla Francia: 3 gol al Paraguay, 2 alla Jugoslavia, 1 alla Scozia, 2 all'Irlanda del Nord, 1 al Brasile in semifinale, 4 infine, alla Germania Ovest nella finale per il 3° posto. Nella prima gara del campionato del mondo la Francia incrociò sul prato dell’Idrottsparken di Norrkoping, il Paraguay, vinse con un roboante 7 a 3. A Vasteras nella seconda partita del girone B la Francia incontrò un avversario più talentuoso dei sudamericani, la Jugoslavia, era la terza volta che le due formazioni si incontravano ad un campionato del mondo e per tre volte la vittoria arrise ai balcanici, anche in questa occasione vinsero i plavi per 3 a 2. Il 15 giugno ad Orebro nel nord della Svezia, andò di scena Francia Scozia, i francesi vinsero per 2 a 1, il risultato fa pensare ad una partita difficile, ma in realtà si giocò solo nella metà campo scozzese, frutto del minimo vantaggio fu il portiere scozzese Brown a salvare la faccia dei pitti. Ai quarti di finale la Francia incontrò la sorprendente l’Irlanda del Nord che tuttavia, il 19 giugno aveva terminato la propria riserva di miracoli, oltre agli infortuni, la squadra dell’Ulster dovette fare i conti con una massacrante trasferta di oltre 400 kilometri in treno. I transalpini non ebbero difficoltà e travolsero i britannici per 4 reti a 0. In semifinale fu la volta del Brasile, il 24 giugno a Stoccolma davanti a 27.000 spettatori andò di scena uno spettacolo sportivo finché l’arbitro non decise di diventare il protagonista della gara. Di fronte ci sono Fontaine e Pelè la migliore espressione tecnica di quel mondiale, vinse il brasiliano con tripletta ad 1. Il direttore di gara il britannico Benjamin Griffiths lasciò ai brasiliani la possibilità di picchiare duro, al 39° Vavà entrò duro su Jonquet fratturandogli tibia e perone, nella stessa azione Didì segnò la rete del vantaggio verdeoro, a nulla valsero le proteste dei francesi. In pratica la partita di concluse in quel momento, la Francia fu sconfitta immeritatamente per 5 a 2. Nella finalina di consolazione per il terzo posto, disputatasi a Goteborg il 28 giugno, i transalpini sculacciarono la Germania Ovest per 6 a 3 protagonista di quella partita fu Just Fontaine con un poker di reti indimenticabile che, lo resero capocannoniere indimenticabile con 13 reti nella storia dei mondiali. C’è ancora da chiedersi come sarebbe finita se la Francia non avesse trovato sulla sua strada Ben Griffiths, ma questo ahimè fa parte del gioco.

GALLES 1958      
Per la prima volta nel 1958 il Galles riuscì a qualificarsi ad un campionato del mondo di calcio. Il paese nonostante abbia una tradizione rugbystica di grande livello riuscì nell’impresa di giungere sorprendentemente in Svezia assieme a tutte le altre formazioni britanniche. Durante le qualificazioni del gruppo 4 europeo, incontrò Cecoslovacchia e Germania Est. Nella partita di andata contro la Cecoslovacchia, a Cardiff, il Galles si impose per 1 a 0  con rete di Vernon al 72° della ripresa. Alcuni giorni dopo i gallesi si recarono al Zentralstadium di Lipsia dove vennero sconfitti per 2 a 1 dalla D.D.R. Anche in occasione della gara di ritorno, contro la Cecoslovacchia a Praga, i gallesi rimediarono una battuta d’arresto. Per staccare l’insperato biglietto per Stoccolma fu necessario il 25 settembre del ’57, a Cardiff, battere la Germania Est per 4 a 1  grazie a una tripletta di Des Palmer allora prolifico attaccante dello Swansea. Per accedere ai mondiali, tuttavia, ai dragoni di sua maestà, fu necessario un ulteriore sforzo, dovettero incontrare la nazionale israeliana nello spareggio intercontinentale euroasiatico. Israele si trovò ad affrontare il Galles senza mai scendere in campo, poiché nel girone afroasiatico Turchia, Indonesia e Sudan rinunciarono a sfidare Israele. La nazionale mediorientale si sarebbe qualificata al mondiale senza colpo ferire, ma durante la riunione del consiglio FIFA del 1° novembre 1957, si decise di far giocare Israele in un doppio incontro con la migliore non qualificata europea, in questo caso il Galles. La partita di andata si svolse il 15 gennaio del 1958 allo stadio Ramat Gan di Tel Aviv dove i gallesi ebbero vita facile, vincendo agevolmente per 2 a 0. Poco meno di un mese dopo, il 5 febbraio, le due squadre si rincontrarono sul rettangolo di Cardiff,  il Galles impose lo stesso risultato dell’andata, 2 a 0, sufficiente per staccare il pass per Stoccolma. Al mondiale il Galles superò le più rosee aspettative, praticando un calcio sobrio e difensivo. Inserito nel gruppo C con Svezia, Ungheria e Austria i dragoni erano fin da subito considerati vittima sacrificale del girone. Nella prima gara dell’otto giugno 1958 a  Sandviken, i gallesi imposero un inatteso pareggio, per 1 a 1, ai maestri dell’Ungheria ora lontana parente della meravigliosa Aranycsapat, bastò una rete di John Charles per chiudere la pratica magiara. Pochi giorni dopo al Rasundastadion di Stoccolma i gallesi impattarono per 1 a 1 contro il Messico che, ottenne così all’ultimo minuto il primo punto mondiale della sua storia. L’opera magna dei gallesi prese forma il 15 giugno, sempre allo stadio Rasunda, di fronte ai padroni di casa della Svezia, il Galles impose un inatteso 0 a 0. La partita si giocò praticamente solo nella metà campo gallese la cui difesa si eresse a muro invalicabile per gli attaccanti scandinavi. La classifica del gruppo C promosse, come prima, ai quarti di finale la Svezia, per decidere la seconda qualificata invece, fu necessario uno spareggio tra Ungheria e Galles, che si disputò il 17 giugno sul campo dell’AIK Solna. Fin dai primi minuti la gara è un elogio alla violenza, sul campo se ne videro di tutti i colori, John Charles fu costretto ad uscire dal campo per infortunio, dopo essere passata in vantaggio l’Ungheria fece tutto da sola, due papere colossali del grande Grosics regalarono al Galles un inaspettata vittoria per 2 a 1 e l’incredibile passaggio ai quarti di finale. Il 19 giugno ci fu una grande occasione per il Galles di scrivere una pagina indimenticabile nella storia del calcio, allo stadio Ullevi di Goteborg, affrontò il Brasile dei funamboli Garrincha e Pelè. Ne usci una partita bruttissima, dalle scarse emozioni. Brasile in avanti e Galles arroccato in difesa fu solo una prodezza di Pelè al 66° a regalare la vittoria ai carioca e chiudere l’apprezzabile esperienza mondiale dei draghi rossi che andarono ben oltre alle loro reali aspettative.

GERMANIA OVEST 1958       
Qualificata di diritto come detentrice del titolo vinto quattro anni prima nella discussa edizione svizzera, la Germania Ovest non disputò partite di qualificazione, ma solo incontri amichevoli. Inserita nel gruppo A con Argentina, Cecoslovacchia ed Irlanda del Nord, superò il primo turno ma non senza difficoltà ciò fece chiaramente capire che questa Germania non era lontana parente della Mannschatf campione del mondo. Nella partita d’esordio, l’8 giugno a Malmö, ebbe vita facile contro i gialli dell’Argentina, quest’ultimi scesi in campo con la maglia della squadra di casa del IFK Malmö. La Germania Ovest si impose per 3 a 1 grazie ad una doppietta di Rahn e una rete di Seeler. Nella gara successiva incontrò la Cecoslovacchia che, sconfitta nel turno precedente dall’Irlanda del Nord scese in campo per vendere cara la pelle, ne uscì una partita avvincente, con i cechi in vantaggio di due reti i teutoni riuscirono a pareggiare per 2 a 2 solo nel finale grazie anche, alla complicità dell’arbitro inglese Arthur Ellis. La terza partita fu ancora una mezza delusione per i tedeschi che non andarono oltre al pareggio per 2 a 2 contro gli irlandesi dell’Ulster, tuttavia, fu una bella partita combattuta e avvincente con "vantaggi che durano pochi minuti e pareggi raggiunti sulle ali di un ritrovato entusiasmo". La Germania passò il turno e ad attenderla ai quarti di finale ci furono i plavi della Jugoslavia, considerata squadra sorpresa del torneo. Fu Rahn a segnare la rete del definitivo 1 a 0, tanto bastò per raggiungere la semifinale di Goteborg, in realtà a fare la partita furono i talentuosi slavi che cercarono vanamente di far breccia sull’impenetrabile muro difensivo tedesco. A Goteborg va di scena Svezia Germania Ovest, geometria svedese contro fisicità tedesca a spuntarla sono gli scandinavi per 3 a 1 grazie alle reti di Skoglund, Gren e Hamrin a cui risponde il germanico Schafer. La Germania si dovette accontentare della finale per il terzo posto contro la bella Francia di Kopa e Fontaine che, il 28 giugno diedero una sonora lezione ai colleghi tedeschi vincendo sul prato dell’Ullevi per 6 a 3 con una quaterna dello straordinario Just Fontaine. La Germania Ovest torno a casa profondamente delusa della prestazione dei suoi uomini in maglia bianca che non riuscirono ad celebrare con onore il titolo di campione del mondo.

INGHILTERRA  1958       
Il mondiale svedese del 1958 fu una vera e propria delusione per gli inglesi, eliminati al primo turno ritorneranno a casa tra mille polemiche, si pensò ad un rinnovamento generale di un calcio che non riusciva a trovare continuità e successi al di fuori d’Albione. L’avventura inglese al mondiale iniziò il 5 dicembre del 1956 sul terreno dello stadio Molyneaux di Wolverhampton contro la Danimarca. Gli inglesi si imposero per 5 a 2 ma il risultato fu assolutamente bugiardo, l’Inghilterra faticò più del previsto ad avere ragione dei vichinghi danesi. In primavera in quel di Wembley fu la volta dell’Eire, che venne surclassata 5 a 1 dalla forza devastante del centravanti Taylor che in quell’occasione siglò tre reti. Pochi giorni dopo il 15 maggio del ’57 l’Inghilterra fu ospite a Copenhagen della Danimarca che fece gli onori di casa cedendo il passo 4 a 1 agli ospiti sempre trascinati da uno strepitoso Tommy Taylor che, anche in quell’occasione firmò due reti, le ultime in nazionale, prima di perire nel tristemente noto incidente aereo di Monaco di Baviera dove persero la vita buona parte dei Busby Babes. Il 19 maggio al Dalymount Park di Dublino, Eire ed Inghilterra si giocarono un posto ai mondiali, entrambe le squadre avevano la possibilità di staccare il biglietto per Stoccolma. Gli irlandesi spinti da oltre 47.000 sostenitori costrinsero gli inglesi a subire la forte pressione psicologica del pubblico, i verdi passarono in vantaggio dopo soli tre minuti e resistettero stoicamente fino a sessanta secondi dalla fine quando John Atyeo attaccante del Bristol City, depositò la palla alle spalle del portiere irlandese Goodwin qualificando l’Inghilterra. Ai mondiali le cose non andarono come gli inglesi avevano previsto a dispetto del loro blasone. Nella gara d’esordio a Goteborg gli inglesi affrontarono gli sconosciuti sovietici, al punto che l’Inghilterra prima del mondiale organizzò una tournee in terra russa per conoscere al meglio la scuola del calcio sovietico. La partita termino 2 a 2, in doppio vantaggio i russi furono raggiunti nella ripresa da una rete di Kevan e da un rigore di Finney. Pochi giorni dopo nello stesso impianto di Goteborg, sono i brasiliani di Pelè e rendere omaggio all’Inghilterra, la partita non offre molte occasioni per essere ricordata se non quello di essere il primo pareggio a reti bianche della storia mondiale. Il 15 giugno sul campo di Boras, Austria e Inghilterra impattano per 2 a 2 in una partita che a differenza della precedente è piena di emozioni e di un susseguirsi di colpi di scena, per gli inglesi segneranno Haynes e Kevan con due spettacolari tiri da fuori area. Inghilterra e Unione Sovietica giunsero a pari punti in classifica, per decidere chi fosse andato ai quarti di finale fu necessario uno spareggio tra le due contendenti.  Questa volta a farla franca furono i rossi C.C.C.P che ottennero la vittoria grazie ad una rete del centravanti dello Spartak Mosca Anatoly Ilyn. Per l’Inghilterra l’avventura svedese termino senza vittorie, ma in compenso con tante critiche e accuse al loro ritorno.

IRLANDA DEL NORD 1958       
E’ sempre piacevole raccontare favole meravigliose e storie sorprendenti, solo che questa volta a farne le spese sono gli azzurri di casa nostra, per la prima volta estromessi sul campo alle qualificazioni mondiali. Sarà l’Irlanda del Nord a presenziare in Scandinavia come vincente del gruppo 8 europeo. L’avventura irlandese iniziò il 16 gennaio del 1957 allo stadio Josè Alvalade di Lisbona dove in una partita senza particolari velleità pareggiò 1 a 1 contro il Portogallo. Il 25 aprile a Roma si festeggiava la Liberazione e la vittoria azzurra contro l’Irlanda del Nord per 1 a 0, tuttavia, la federazione italiana è in pieno marasma, a fatica si riuscirà a nominare un tecnico che, alla fine rispose al nome di Alfredo Foni. In Italia è ancora festa, il 1° maggio l’Irlanda capitanata da Blanchflower asfalta per 3 a 0 il Portogallo, in Italia si continua a festeggiare … … sino al 26 maggio quando gli azzurri vengono abbattuti 3 a 0 dai lusitani. Qualcosa cambia, l’Ulster inizia a far paura, la partita di ritorno a Belfast era prevista per il 4 dicembre del 1957, ma a causa della nebbia l’aereo del direttore di gara l’Ungherese  Zsolt non potrà partire, la partita si gioca lo stesso, l’arbitro Mitchell è un irlandese, lo stadio è gremito di festanti tifosi nordirlandesi, solo che il risultato di 2 a 2 non verrà omologato, la federazione italiana non considera valida quella partita senza arbitro ufficiale e non accetta il risultato. La gara ufficiale voluta dagli italiani si rigioca il 15 gennaio al Winsor Park di Belfast, questa volta l’arbitro Istvan Zsolt è regolarmente in campo, metaforicamente a non scendere in campo sono gli azzurri offrendo una prestazione indecente. L’Irlanda del Nord vinse per 2 a 1 e rispedì a casa gli arroganti italiani. L’Irlanda per la prima volta si qualificò ai mondiali a spese della nazionale italiana. Anche al mondiale i britannici sorpresero l’opinione pubblica, sconfiggendo all’esordio per 1 a 0 la ben più esperta Cecoslovacchia. A nulla, i verdi, poterono fare l’11 giugno ad Helsingborg contro l’Argentina che, si illuse vincendo 3 a 1. La partita successiva per l’Irlanda del Nord è un susseguirsi di colpi di scena, il teatro è lo stadio di Malmö quello dei celesti dell’F.F., antagonista sulla scena la Germania dell’Ovest. La gara terminò in parità sul 2 a 2, attore principale fu McParland alfiere nordirlandese autore delle due reti britanniche. L’Irlanda del Nord si classificò a pari punti con la Cecoslovacchia e fu necessario uno spareggio per decretare chi andrà a i quarti di finale. Questo ebbe luogo il 17 giugno a Malmö di fronte a poco meno di 7.000 spettatori. L’Irlanda tra infortuni ed indisponibili aveva gli uomini contati, durante la gara Robert "Bertie" Peacock si strappò i legamenti. Le due squadre terminarono al novantesimo sull’1 a 1 e furono necessari i tempi supplementari, i boemi erano sfiniti mentre gli irlandesi avevano ancora quel poco di carburante che consentì a Peter Peacock di mettere la palla in rete. L’Irlanda del Nord vinse 2 a 1 e sorprendentemente passò ai quarti di finale. Il 19 giugno all’Idrottsparken di Norrkoping la Nord Irlanda scende in campo contro la Francia. L’allenatore Peter Doherty non ha più cambi scendono in campo dal primo minuto anche giocatori infortunati e provati dalla fatica dello spareggio. La Francia ha vita facile e si impone con un rotondo 4 a 0. Per i britannici terminò ai quarti l’avventura mondiale ma, al loro rientro in patria furono accolti come eroi da festanti tifosi per una volta uniti tra cattolici e protestanti sotto l’unica bandiera degli Shamrock.

JUGOSLAVIA 1958       
La Jugoslavia per accedere ai campionati del mondo svedesi dovette superare nelle qualificazioni Grecia e Romania. Nella partita di andata contro gli ellenici gli slavi impattarono stranamente per 0 a 0 sul campo del Panathinaikos, al ritorno in Serbia, la Jugoslavia s’impose per 4 a 1. Ad inizio autunno del 1957, ben 110.000 spettatori, allo stadio di Bucarest, incitarono la squadra romena per ottenere una vittoria che li avrebbe qualificati al torneo mondiale. Le due squadre giocarono a viso aperto e nessuna delle due prevalse sull’altra la gara terminò con il risultato di 1 a 1. Nel match di ritorno, a Belgrado, gli slavi s’imposero per 2 a 0 a regalare il biglietto per Stoccolma fu Milos Milutinovic fratello del famoso allenatore giramondo Bora Milutinovic. La Jugoslavia si presentò al mondiale come una delle squadre favorite per la vittoria finale, ricca di talenti come: Breara, Veselinovic, Milutinovic, Sekularac e Boskov avrebbe fatto tremare le gambe a chiunque, non alla Scozia che, nella gara d’esordio riuscì a bloccare gli slavi sull’1 a 1. La seconda sfida era diventata oramai un classico della World Cup, a Vasteras, si incontrarono Jugoslavia e Francia a cui non bastarono le due reti di Just Fontaine, per portare a casa la vittoria, la Jugoslavia s’impose per 3 reti a 2 con una doppietta di Veselinovic e una rete di Petkovic. Il 15 giugno a Eskilstuna fu la volta del Paraguay che sorprendentemente riuscì a conquistate un rocambolesco pareggio per 3 a 3. In realtà non fu la Jugoslavia a cedere il passo ai sudamericani, ma il portiere ballerino Vladimir Breara che, in tutte e tre le occasioni dei gol combinò altrettanti pasticci. Nonostante la disgraziata giornata del portiere croato la Jugoslavia riuscì a qualificarsi per i quarti di finale, dove il 19 giugno a Malmö venne sconfitta dalla Germania Ovest che, vinse per 1 a 0 grazie ad una rete del solito Rahn. La partita in realtà la fece la Jugoslavia che prese d’assalto fin dal primo minuto la porta tedesca ma, Herkenrath e compagni fecero buona guardia neutralizzando tutte le offensive avversarie. La Jugoslavia uscì immeritatamente dal mondiale, masticando amaro, inveendo contro l’arbitro svizzero Wyssling per una condotta di gara alquanto vergognosa pro-germania negando almeno un paio di evidenti rigori in favore dei plavi.

MESSICO 1958       
La qualificazione al mondiale svedese costò poca fatica ai calciatori messicani inseriti nel girone nordamericano, si sbarazzarono di Stati Uniti con un 6 a 0 in casa e un 7 a 2 in trasferta, anche contro il Canada le cose non cambiarono 3 a 0 a domicilio e 2 a 0 fuori casa. Nello spareggio intercaraibico Il Messico si sbarazzò della Costarica, 2 a 0 a Città del Messico e 1 a 1 a San Josè. In Scandinavia tuttavia, le avversarie furono ben più coriacee delle ridenti squadre nordamericane. Inserito nel gruppo C il Messico, affrontò l’8 giugno la Svezia subendo un sonante 3 a 0, l’11 giugno il Galles contro il quale pareggiò 1 a 1 e riuscì ad ottenere così il primo punto iridato dopo le tre partecipazioni mondiali precedenti nelle quali uscì dal campo sempre sconfitto, e il 15 giugno contro l’Ungheria dalla quale subì 4 reti a 0. Ai messicani non restò il piacere di godersi una meritata vacanza in Europa prima di fare ritorno nelle americhe.

PARAGUAY 1958       
Il Paraguay giunse in Svezia dopo aver superato la Colombia e sorprendentemente un irriconoscibile Uruguay. Contro i "cafeteros" colombiani il Paraguay vinse sia in trasferta per 3 a 2, sia a domicilio per 3 a 0. Di fronte alla "Celeste" i biancorossi s’imposero per 5 a 0 ad Asunción, e furono sconfitti a Montevideo con un ininfluente 2 a 0. Giunto in Svezia il girone del Paraguay non era di certo il più morbido, con Jugoslavia, Scozia e Francia, i sudamericani dovettero vendere cara la pelle. L’8 giugno a Norrkoping di fronte alla Francia non ci fu partita i transalpini vinsero per 7 a 2 tanto fu anche il divario tecnico sul terreno di gioco. Di tutt’altra fattura e determinazione fu la squadra paraguayana che scese in campo l’11 giugno contro la Scozia, uscendo al termine vittoriosa per 3 a 2. Ancor meglio fece tre giorni dopo contro la Jugoslavia alla quale impose un clamoroso pareggio per 3 a 3, grazie anche alle sventure dell’esperto portiere slavo Vladimir Breara. Non furono sufficienti, tre punti in classifica per ottenere il passaggio ai quarti di finale, i paraguayani presero prontamente la strada del ritorno bensì, soddisfatti e sicuri di aver fornito un’ottima prestazione.

SCOZIA 1958       
Indecisa fino all’ultimo momento se partecipare o no alla manifestazione iridata, la Scozia si qualificò sul campo superando brillantemente un girone di ferro composto da Spagna e Svizzera. Gli scozzesi il 19 maggio del 1957 uscirono vittoriosi dal Sankt Jakob di Berna, dove superarono la nazionale confederata per 2 a 1 anche senza un allenatore ufficiale. La squadra era autogestita e a fungere da allenatore c’era Dawson Walker, finché non si sarebbe trovato un degno sostituto a Matt Busby, passato ahimè allo sfortunato Manchester United della tragedia di Monaco di Baviera. Matt si salverà miracolosamente dall’incidente aereo e tornerà ad allenare i "Red devils" nella stagione 1970-71. Qualche mese dopo nella gara al Bernabeu di Madrid, la Scozia fu mestamente sconfitta per 4 a 1 dalla Spagna dei galacticos. Agli spagnoli tuttavia, sarà fatale un pareggio contro la Svizzera per rimanere esclusi dal mondiale. Nelle gare di ritorno in terra britannica la Scozia ebbe ragione per 3 a 2 della Svizzera e per 4 a 2 della Spagna. In Svezia la squadra di Walker fu meno brillante che nelle qualificazioni. Dopo aver ottenuto un lusinghiero pareggio per 1 a 1 contro la Jugoslavia nella gara d’esordio, la Scozia fu sconfitta per 3 a 2 a Norrkoping dal Paraguay e 2 a 1 dalla Francia ad Orebro. Gli scozzesi amareggiati fecero prontamente ritorno in patria dopo il primo turno, a braccetto con i cugini inglesi, lasciando a Galles e Nord Irlanda la scena principale del torneo.

SVEZIA  1958       
La squadra che partecipò al mondiale nel 1958 era figlia di quella squadra che dieci anni prima vinse le olimpiadi di Londra. Tra le sue file spiccavano nomi d’indiscusso valore come: Liedholm, Skoglund, Simonsson, Hamrin, Gustavsson e Gren che, già da qualche anno militavano in importanti club europei. Questi presupposti fecero considerare la Svezia come una delle squadre favorite alla vittoria finale. Partecipò al mondiale come paese organizzatore pertanto non giocò le qualificazioni ma, solo amichevoli di lusso, incontri del il campionato di calcio delle nazioni nordiche e l’esclusivo torneo commemorativo dei cinquant’anni della federazione finlandese. L’8 giugno nella gara d’esordio contro il Messico, guidata dalla panchina dall’inglese George Raynor, la Svezia non ebbe problemi a disfarsi dei nordamericani per 3 reti a 0. Anche nel più severo impegno contro l’Ungheria, priva del suo uomo di spicco Hidegkuty, gli svedesi s’imposero per 2 a 0 grazie ad una doppietta del padovano Kurt Hamrin. Il 15 giugno nella terza contro il Galles, i padroni di casa già qualificati al secondo turno, decisero di far riposare qualche elemento in vista di partite più impegnative. La gara terminò 0 a 0 accontentando entrambe le squadre, Svezia avanti e Galles allo spareggio. Ai quarti di finale gli scandinavi affrontarono, il 19 giugno allo stadio Rasunda di Stoccolma, i sorprendenti sovietici freschi vincitori delle olimpiadi di Melbourne. Da una parte il gioco svedese basato su un tiki taka ante litteram, dall’altra quello sovietico fondato sulla velocità e il dinamismo. La partita fu gradevole e rimase in equilibrio per tutto il primo tempo, saranno poi il solito Hamrin e Simonsson a rompere gli equilibri del match. In semifinale all’Ullevi Stadion di Goteborg la brillante Svezia affrontò l’ostica Germania Ovest, dopo dieci minuti dall’inizio l’interista Skoglund realizzò la rete del vantaggio svedese, raggiunta al 28° da Schafer, la Svezia rimboccò le maniche e prese il largo, al 31° con Gren e all’ 88° con Hamrin, per il 3 a 1 finale. I padroni di casa raggiunsero fiduciosi la finale di Stoccolma sulle ali dell’entusiasmo di un vivace e gradevole pubblico. L’avversario il Brasile di Pelè che, già da alcune partite aveva messo in luce una forza e un talento straordinario. Liedholm dopo soli tre minuti illuse il pubblico sugli spalti che, si diede alle più allegre espressioni di gioia, a comporre i tifosi ci pensò Vavà dopo solo sei minuti di gioco riportando la situazione in equilibrio. La Svezia ne fu tramortita, a fare la differenza fu la classe cristallina di Vavà e Pelè che entrambi misero a segno una doppietta e tagliarono le gambe ai maestosi giocatori scandinavi. Al fischio finale di Guigue la partita termino 5 a 2 in favore dei sudamericani che, finalmente riuscirono a mettere le mani sulla coppa dell’orafo parigino Lafleur. Il Brasile in onore del paese ospitante fece il giro del campo tra gli applausi dello sportivissimo pubblico svedese portando in  trionfo la bandiera della nazione scandinava.

UNGHERIA 1958       
Son passati meno di due anni dall’invasione sovietica di Budapest ma, sembrava che la nazione magiara fosse precipitata in un inaspettato medioevo, anche la squadra nazionale erede della magnifica Aranycsapat sembrò aver perso l’innato talento dei suoi giocatori. Quella giunta in Svezia era orfana dei migliori calciatori, perlopiù fuggiti in occidente per vivere in condizioni migliori. Un debole raggio di luce di ciò che era stata l’Aranycsapat brillerà attraverso le gesta dell’Hungaria una squadra sovranazionale costituita da dissidenti ungheresi fuggiti oltre cortina. Per qualificarsi al mondiale l’Ungheria dovette superare Norvegia e Bulgaria. Nella gara di Oslo l’Ungheria rimediò una disonorevole sconfitta per 2 a 1 contro i dilettanti ragazzotti norvegesi. Bastò il rientro in nazionale di Bozsik e Toth per dare soccorso ad Hidegkuti e battere la Bulgaria per 4 a 1 di fronte ai 60.000 del Nepstadion. Nella gare di ritorno l’Ungheria vinse per 2 a 1 in trasferta a Sofia e 5 a 0 in casa con la Norvegia. Giunti in Svezia pochi giorni prima dell’inizio della manifestazione, gli ungheresi scesero in campo a Sandviken contro il Galles, fu una brutta partita terminata sull’1 a 1, gli unici acuti furono quelli del magiaro Boszik e dello juventino John Charles. Hidegkuti non ce la fece a recuperare per la partita contro la Svezia e in campo la sua assenza si fece pesantemente sentire, la luce non si accese e gli ungheresi vennero sconfitti per 2 a 1 dai padroni di casa. Il 15 giugno contro il Messico l’Ungheria non poteva fallire, sarebbe stata una vera indecenza sportiva, fu solo l’orgoglio degli uomini in maglia rossa a gettare il cuore oltre l’ostacolo e vincere la partita per 4 a 0, giusto per agganciare il Galles al secondo posto in classifica e giocarsi lo spareggio di Stoccolma il 17 giugno contro i diavoli rossi di sua maestà. Vista con gli occhi della storia la vittoria gallese contro l’Ungheria sembrerebbe un’inattesa sorpresa, invece è il Galles a fare la partita niente di straordinario, da una parte vecchi calciatori sul viale del tramonto, dall’altra la vigoria e la disinvoltura di chi sa di fare l’impresa. Il Galles vinse per 2 a 1 facendo perdere la testa ad alcuni giocatori ungheresi che furono cacciati dal campo dall’arbitro russo Latyshev. La partita non fu solo una gara persa, non fu solo un eliminazione da un mondiale ma, fu la fine di una delle più grandi e forti squadre di calcio di tutti i tempi.

U.R.S.S.  1958       
Dalla costituzione dello stato sovietico, 1917, la squadra di calcio russa non aveva mai preso parte ad un torneo internazionale. La prima partecipazione sovietica fu alle Olimpiadi di Helsinki del ’52, la seconda nel ’56 a Melbourne dove vinse l’oro mostrando un calcio atletico e dinamico che, attirò l’attenzione di tutta Europa. Per qualificarsi al mondiale svedese l’U.R.S.S. dovette avere ragione di Polonia e Finlandia, negli incontri contro i finlandesi, l’Unione Sovietica vinse 2 a 1 nel primo match e 10 a 0 nel secondo, di fronte ai biancorossi di Varsavia s’imposero 3 a 0 all’andata, e subirono un’inaspettata sconfitta per 2 a 1 al ritorno. Polonia e URSS giunsero rispettivamente prime nel loro girone di qualificazione, per determinare chi sarebbe andato ai mondiali fu necessario giocare uno spareggio a Lipsia dove vinsero i russi per 2 a 0 al cospetto di centomila spettatori. Nella gara del debutto sovietico di Goteborg, a rendere omaggio furono gli inglesi maestri del football, fu una bella gara che terminò 2 a 2, da una parte la velocità e disinvoltura dei giocatori russi, dall’altra il metodismo compassato degli anglosassoni. Furono i rossi a passare in vantaggio per 2 a 0 con Simonyan e Ivanov, per poi essere ripresi da Kevan e Finney su rigore. Tre giorni più tardi, l’11 giugno al Ryavallen Stadium di Boras, i sovietici affrontarono l’Austria vinsero per 2 a 0 in realtà il risultato sarebbe potuto essere più ampio visto il divario tecnico tra le due squadre, sugli scudi il portiere Lev Jascin che parò un rigore all’austriaco Buzek. Nella terza gara all’Ullevi di Goteborg, la sconfitta sovietica per 2 a 0 passò inosservata in quell’occasione fece il proprio debutto al mondiale un certo Edson Arantes do Nascimento detto Pelè, e tutt’altro passò in secondo piano. Tra i sovietici però si  mise in luce anche un altro immortale del calcio, il grandissimo Lev Jascin colui che sarà il migliore portiere di tutti i tempi.  Per passare ai quarti di finale per i russi fu necessario affrontare per una seconda volta gli inglesi di Winterbottom, in quell’occasione a salvare i sovietici fu proprio il loro portiere che, riuscì a fare autentici miracoli e funamboliche parate, poi un inatteso tiro di Anatoly Ilyn finì inaspettatamente dietro le spalle dell’estremo difensore inglese e la partita si spense, L’Unione Sovietica approdò ai quarti. A Stoccolma il 19 giugno 1958 ad aspettare i sovietici vi erano i padroni di casa svedesi, freschi e spinti dal pubblico amico contro una squadra stanca provata dalle fatiche dello spareggio. La Svezia s’impose per 2 a 0 e rispedì oltre cortina l’U.R.S.S. ma il meglio per gli uomini in CCCP doveva ancora venire.

 
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