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Livello 4
 

ESTONIA

La Federazione calcistica dell’Estonia venne fondata nel 1920, successivamente, nel 1940 fu annessa all’Unione Sovietica, per poi ritornare ad essere indipendente nel 1991 all’atto di dissoluzione dello stato sovietico. Ha giocato la sua prima partita il 17 ottobre del 1920 dove fu sconfitta per 6 a 0 dalla Finlandia.  L’Estonia non ha mai partecipato a nessuna competizione internazionale, non essendosi mai qualificata, tuttavia, nel 2012 riuscì a piazzarsi seconda del suo girone di qualificazione agli europei, dietro l’Italia, fu eliminata solo agli scontri diretti per mano dell’Eire. A livello di nazionale partecipa dal 1928 alla Coppa del Baltico, vinta in tre occasioni negli anni d’anteguerra. Ha partecipato una volta alle olimpiadi nel 1924, senza ottenere risultati considerevoli. Per l’Estonia c’è da ricordare un curioso aneddoto, è finora, l’unica nazionale europea ad aver giocato almeno una partita con tutte le altre cinquantatre squadre del vecchio continente. Tra i suoi giocatori più rappresentativi vi è stato il calciatore acrobata Risto Kallaste, ricordato dagli appassionati di calcio, per la sua particolare rimessa laterale con capriola che, a suo dire, gli consentiva di lanciare la palla più lontano, sorprendendo gli avversari. La divisa della nazionale è tradizionalmente composta da una maglia blu, calzoncini neri e calzettoni bianchi, colori che richiamano il tricolore del paese baltico. In trasferta alterna gli stessi colori ma con combinazioni diverse, solitamente con maglia bianca. Dagli anni venti la nazionale dei “Sinisardig”  i blu, giocava con una maglia celeste, diventata blu dopo la dissoluzione dell’Unione Sovietica. Nella rappresentazione in miniatura è stato realizzato un classico della divisa casalinga.  

Faer Oer

Per chi non lo sapesse le Isole Faer Oer sono un dominio extraterritoriale della Danimarca, dunque non rappresentano uno stato indipendente, ma una nazione. L’attuale federazione calcistica faeroense prende vita nel 1979. A partire dal 2 luglio 1988 le Isole Faer Oer entrarono a far parte della FIFA e dal 18 aprile 1990 divennero anche una federazione associata all’UEFA. Un’attività calcistica tuttavia, era già presente dal 1942. Sino al 1988 ha giocato solo contro nazionali non riconosciute come: Groenlandia, Orcadi e Shetland. I giocatori faeroensi sono quasi tutti dilettanti, i pochissimi professionisti, solitamente, militano nel campionato danese. La prima partita ufficiale della nazionale venne giocata il 24 agosto del 1988 ad Akranes, contro l’Islanda e persa di misura per 1 a 0. Le Isole Faer Oer non hanno mai partecipato a nessuna manifestazione internazionale, le sue imprese sono limitate ai gironi di qualificazione di mondiali ed europei. La squadra ha da sempre utilizzato un completo bianco, azzurro e rosso che richiama la bandiera nazionale. La maglia solitamente è bianca bordata di azzurro con inserti rossi, i pantaloncini azzurri e le calze bianche con richiami rosso-azzurri. Nella rappresentazione in miniatura è stata realizzata una maglia bianca cinta di rosso e azzurro con croce scandinava sul petto. I calzoncini sono azzurri e le calze bianche con richiami rosso/azzurri. Solitamente in trasferta utilizza una livrea monocolore rossa o azzurra a seconda dell’occasione. La seconda realizzazione è una versione moderna post-2000.
 

FINLANDIA

La Federazione calcio della Finlandia a causa del suo bilinguismo (saami e svedese) e nota con le doppie sigle SPL/FBF (Suomen Palloliitto / Finlands Bollförbund) è stata fondata nel 1907 e affiliata alla FIFA nel 1908. La nazionale finnica non si è mai qualificata ne ai mondiali ne agli europei di calcio. Ha partecipato quattro volte alle Olimpiadi, senza mai ottenere risultati apprezzabili. Ha organizzato l’edizione olimpica del 1952 e anche in questa occasione non è riuscita a conseguire buone prestazioni. Lo scarso interesse per lo sport pedatorio è dipeso sicuramente dalla posizione geografica del paese, posto per buona parte sopra il Circolo Polare Artico. Di conseguenza gli abitanti della Finlandia sono più propensi per gli sport invernali, tra cui lo sci e l’hockey su ghiaccio. Nemmeno individualmente si ricordano grandi calciatori finlandesi, se non Jari Litmanen che, riuscì a vestire le casacche di Liverpool, Barcellona e Ajax, il resto è solo tundra. I Gufi “Huuhkajat” come sono soprannominati, giocano le partite interne allo stadio Olimpico di Helsinki dove un grosso gufo viene lasciato libero di volare durante la partita. La Finlandia da sempre indossa una tenuta bianco-azzurra, colori che richiamano in maniera netta la bandiera nazionale. La maglia casalinga è storicamente bianca, accompagnata da bordini o motivi azzurri, mentre i pantaloncini sono tradizionalmente azzurri, anche i calzettoni sono bianchi. In trasferta la nazionale gioca coi colori alternati/opposti, ovvero con maglia blu e inserti bianchi, pantaloncini bianchi e calzettoni blu. Nella realizzazione Subbuteo è rispettata la livrea nazionale di un classico senza tempo aggiungendo al centro della maglia la croce scandinava, a richiamare la maglia della Svezia Subbuteo, ref.162.

AUSTRIA

La Federazione di calcio austriaca OFB (Österreichischer Fußball-Bund) è una delle più antiche del panorama calcistico mondiale. Fu fondata nel 1904 quando ancora faceva parte dell'Impero Austro-Ungarico. La prima partita, tuttavia, venne giocata due anni prima, in un derby, contro i cugini ungheresi, vinto per 5 a 0. Negli anni trenta l'Austria diede vita al fenomenale Wunderteam (Squadra delle Meraviglie), capitanata dal fenomeno Matthias Sindelar con il quale arrivo quarta ai mondiali del 1934 e seconda alle Olimpiadi del 1936. Nel 1938 l'aquila bicefala fu annessa alla Germania e fino al 1945 fece parte della nazionale del III° Reich. Tuttavia, dal dopoguerra ad oggi, l'Austria non è più riuscita ad ottenere risultati di buon livello. Si è qualificata sette volte ai campionati del mondo, arrivando terza nel 1954. Ha partecipato 2 volte agli europei, 6 volte alla Coppa Internazionale, vincendola nel 1932 e 3 volte alle Olimpiadi. Di solito l'Austria ha utilizzato nella sua storia, sia maglie bianche sia maglie rosse secondo il periodo storico. E' da ricordare l'indissolubile connubio con lo sponsor PUMA. Attualmente adopera un completo bianco rosso voluto dall'ex allenatore Hans Krankl per richiamare al meglio i colori nazionali. Una curiosità! nel Mondiale del 1934, nella partita giocata a Napoli contro la Germania, la nazionale austriaca, per problemi cromatici dovette indossare la maglia azzurra della squadra partenopea, di conseguenza, il Napoli ha l'onore di essere la prima squadra di club ad essere stata rappresentata ai campionati del mondo. Nelle rappresentazioni in miniatura è stata riprodotta la divisa bianconera utilizzata negli anni '70. Utilizzata per molti anni come divisa da trasferta, la livrea bianco rossa che richiama fedelmente il tricolore austriaco, come già ricordato in precedenza, venne ripreso nel 2002 per volere dell’allora tecnico Hans Krankl il quale, decise di far scendere in campo la sua squadra con questa maglia, per distaccarsi dalla tradizione filotedesca che unisce i due paesi per lingua e cultura, al fine di ottenere una maggiore distinzione dagli antichi cugini teutonici. La tenuta da gioco bianco nera , è ancora utilizzata come divisa da trasferta. Questa uniforme fu indossata anche nel Mondiale 1978 nella tanto discussa partita contro la Germania Ovest terminata 1 a 0 in favore dei tedeschi e ricordata come “La Grande Truffa” per il risultato accomodato dalle due squadre volto ad eliminare l’Algeria che aveva già giocato un paio di ore prima contro il Cile, con tale risultato si sarebbero qualificate le due squadre europee ai danni dei nordafricani. La partita passò agli annali come uno dei più grandi garbugli nella storia dei mondiali, ma in quell’edizione argentina le sorprese non finirono lì, ricordando con  rammarico il portiere peruviano Ramon Quiroga, che gli appassionati di calcio ricorderano bene come il responsabile della celebre“Marmelada Peruana”.  

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AZERBAIJAN

Costituitasi nel 1992 come federazione post-sovietica, non si è mai qualificata a nessun torneo internazionale, nei vari gironi di qualificazione ha sempre svolto un ruolo da sparring partner. Difficilissimi sono i rapporti con la vicina Armenia, di cui l’UEFA ha proibito qualsiasi confronto. La maglia della nazionale caucasica ha una storia molto travagliata. La squadra iniziò la propria attività internazionale con una maglia bianca perticata sulla sinistra al tricolore azero, tale divisa rimane quella ufficiale, anche se, nella sua storia ha utilizzato maglie di vario genere e molto inusuali, come le palate giallo-nera o bianco-azzurra oppure completi fantasiosi molto lontani dal rispettare i colori nazionali. Attualmente usa un anonimo completo blu o rosso dettato dagli sponsor. Nelle due realizzazioni su questo sito è cercato di rimanere il più fedele possibile alle prime divise della squadra caucasica rappresentando due tenute riportanti il tricolore azero, utilizzate nella prima metà degli anni ’90.  

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BELGIO

La Federazione di calcio belga a causa del bilinguismo utilizza due acronimi. La URBSFA (Union Royale Belge des Sociétés de Football Association) in francese, oppure KBVB (Koninklijke Belgische Voetbalbond) in fiammingo. Venne fondata nel 1895 a Bruxelles. La prima partita ufficiale fu giocata il 1° maggio del 1904 nella capitale fiamminga contro la Francia, terminata 3 a 3. Il Belgio è una delle quattro formazioni europee che parteciparono ai primi mondiali, d’oltre oceano nel 1930. Per tredici volte il Belgio è stato presente alla fase finale della world cup, conseguendo il miglior risultato nel 2018 in Russia, arrivando al terzo posto. Conta cinque partecipazioni ai campionati europei per nazioni, conquistando il secondo posto nel 1980. Nel 2000 ha organizzato la manifestazione continentale “Euro 2000” in cooperazione con l’Olanda.
Ha preso parte a tre tornei olimpici vincendo quello del 1920 giocato ad Anversa. La squadra dei "Diavoli Rossi" da sempre veste una divisa che richiama i colori della bandiera nazionale, con: maglia rossa piena, calzoncini neri e calzettoni gialli. La maglia dell'esordio era di foggia alla "francesina" bianca con maniche fasciate al tricolore fiammingo. Ai Mondiali del 1982, il Belgio si presentò sul terreno di gioco con un inedito completo rosso con "arcata" gialla riportante il logo, ripetuto, della Admiral. Nel 1986 giocò con una maglia, sponsor Adidas, fasciata da rombi gialli, rossi e neri. Curiosa è anche la divisa "tronca" nero e rossa dell'Europeo 2016.  La squadra rappresentata in questo sito è quella di “Euro ‘80” giocato in Italia, con maglia rossa, bordata al tricolore belga, pantaloncini neri, e calzettoni gialli. La nazionale fiamminga durante l’europeo di “Francia 2016” ha utilizzato una maglia molto particolare, ma assolutamente gradevole. Più simile ad una casacca da ciclismo, ricorda chiaramente la maglia di Eddy Merckx degli anni '70 con la quale vinse tre volte il campionato del mondo su strada. Maglia celeste fasciata al tricolore belga, calzoncini neri e calzettoni celesti con bordo tricolore. Anche nel 1984 durante i primi campionati europei francesi la federazione belga diede sfoggio di fantasia vestendo la squadra con una divisa inedita per il calcio dell’epoca, ancora molto legato alle tipiche divise nazionali. Disegnata dall’Adidas, presentava una divisa completamente rossa fasciata di bianco con dei rombi che richiamavano il tricolore fiammingo. Tale divisa verrà ripresa come maglia ufficiale ai Mondiali di “Russia 2018” con alcune piccole varianti.  
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BIELORUSSIA

La Federazione di calcio bielorussa nasce dallo smembramento dello Stato Sovietico del 1991. La lega della Bielorussia vide l’affiliazione alla FIFA e all’UEFA l’anno successivo nel 1992. Giocò la sua prima partita internazionale il 20 luglio 1992 a Vilnius contro la Lituania, match concluso con un pareggio per 1 a 1. Disputa le proprie partite interne allo stadio “Barysau” di Borisov che ha una capienza di circa 13.000 posti a sedere. La Bielorussia non ha mai partecipato ad alcun evento internazionale, venendo sempre eliminata durante le qualificazioni. Ha partecipato nel 2012 alle Olimpiadi di Londra, senza conseguire apprezzabili risultati. I colori delle tenute di gara della Bielorussia sono originariamente il rosso e il verde, mutuati dalla nuova bandiera nazionale, entrata in vigore nel 1995. Negli ultimi anni la nazionale delle “Ali bianche” come è soprannominata, veste una livrea completamente bianca con un pattern decorativo al centro della maglia che richiama un curioso motivo ornamentale di un fiore caratteristico del paese. Nella rappresentazione Subbuteo è stata riprodotta una classica divisa interna degli anni novanta con l’aggiunta del pattern nazionale. Maglia rossa fasciata, pantaloncini verdi e calze bianche.

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BOSNIA ERZEGOVINA

Dopo l’indipendenza dalla Jugoslavia avvenuta nel 1995 per mezzo di una sanguinosa guerra civile, la neo-costituita Federazione della Bosnia Erzegovina si iscrisse alla FIFA e all’UEFA nel 1996. In precedenza la Bosnia non è mai esistita come federazione poiché, entrava a far parte di quella jugoslava. Ha giocato il suo primo impegno internazionale il 30 novembre del 1995 a Tirana contro l’Albania, perdendo 2 a 0. La Bosnia, nonostante, annoveri una sola partecipazione a tornei internazionali, quella del Campionato del Mondo del 2014, dove venne eliminata al primo turno, gode di un’ottima considerazione poiché, nei vari gironi di qualificazione sia europei sia mondiali, giunge sempre tra i primi posti a ridosso delle squadre più blasonate. La squadra balcanica dalla sua costituzione è conosciuta come la nazionale dei “Dragoni” in bosniaco Zmajevi a ricordo della triste strada di Sarajevo "Strada dei Dragoni" dove nel 1996 i civili bosniaci furono vittime dei cecchini serbi. Sin dagli inizi, la Bosnia Erzegovina ha indossato una divisa composta da: maglia bianca, pantaloncini azzurri e calze bianche, colori mutuati dalla vera bandiera nazionale, completamente bianca con al centro lo stemma a sei gigli rappresentante il Banato di Bosnia Erzegovina. L'odierno vessillo, quello giallo blu per intendersi, è stato imposto nel 1998 dalle Nazioni Unite per non alimentare diatribe tra serbi, croati, bosgnacchi ed erzegovesi. Attualmente la Bosnia utilizza un completo azzurro, con una maglia fasciata in giallo filettata di bianco. Nella rappresentazione Subbuteo sono state realizzate la livrea del 2016 con la concessione dei pantaloncini e calze bianche e quella del 2018 che richiama un motivo stile anni '80 delle curiose maglie pouchain.

BULGARIA

La Federazione di calcio bulgara è stata fondata nel 1923, l’anno successivo, si affiliò alla FIFA e nel 1954 all’UEFA. Il match d’esordio della nazionale dei “Leoni”, com’è soprannominata, fu giocato il 21 maggio del 1924 a Vienna contro l’Austria, perso con un rovinoso 6 a 0. Ha partecipato sette volte alla fase finale dei mondiali, raggiungendo come miglior piazzamento, un quarto posto, nel 1994 negli Stati Uniti. Conta solo due edizioni dei campionati europei entrambe senza considerevoli risultati. Per tre volte si è aggiudicata la Coppa dei Balcani nelle edizioni del 1931, ’32 e ’35. Ha disputato cinque tornei olimpici conquistando l’argento nel ’68 e il bronzo nel ’56. Il 17 novembre del 1993 rimane una data storica per i “Leoni”, che in quell’occasione riuscirono a battere la Francia del mister Platini per 2 a 1 al Parc de Princes, davanti ad 80.000 spettatori, eliminando i transalpini dai Mondiali di Usa '94. I colori delle tenute di gara della Bulgaria rispecchiano quelli dell'insegna nazionale. Solitamente indossa una maglia bianca dei pantaloni verdi con calzettoni rossi, tuttavia, agli esordi i bulgari utilizzavano una divisa verde con calzoncini bianchi. Nondimeno, in molte occasioni prima del 1985, la nazionale, ha giocato con un'uniforme composta da maglia rossa, pantaloni verdi e calze bianche. Attualmente in alcune occasioni indossa una curiosa divisa verde con banda rossa filettata di bianco. Nella rappresentazione Subbuteo è stata riprodotta una divisa interna degli anni '70. La seconda rappresentazione è una divisa degli anni '60 con base e inner reverse. La terza rappresenta invece una classica divisa rossa da trasferta utilizzata durante il mondiale del 1974 in Germania.  

COMUNITA' STATI INDIPENDENTI

La nazionale della CIS (Comunity Indipendent States) è stata una selezione transitoria formata da 11 delle 15 nazioni che costituivano l'ex Unione Sovietica. Durò un solo anno, il 1992, tanto per partecipare al Campionato Europeo di "Svezia '92" con poche soddisfazioni. Vestiva una divisa rossa e bianca, con un design particolare sulle spalle dettato dallo sponsor Adidas con al petto la scritta CIS. La maglia realizzata è quella utilizzata il 18 giugno contro la Scozia, che fu anche l'ultima partita di questa pseudonazionale.

CECOSLOVACCHIA

Nazionale estinta ma ricca di un grande passato vide la luce nel 1901 e rimase attiva sino al 1993 anno della dissoluzione dello stato cecoslovacco. È stata affiliata alla FIFA nel 1907 e all’UEFA nel 1954. Fino alla prima metà del XX° secolo è stata una delle nazionali di maggiore prestigio. E’ arrivata due volte in finale nei campionati del mondo, nel 1934 in Italia e nel 1962 in Cile. Nel 1976 ha vinto un Campionato europeo battendo in finale la Germania  Ovest per 5 a 3 dopo i calci di rigore. In questa occasione venne calciato il famoso rigore detto “a cucchiaio” tirato da Antonin Panenka, gesto che rimarrà nella storia del calcio mondiale. La Cecoslovacchia annovera otto partecipazioni mondiali, quattro campionati d’Europa, sei Coppe Internazionali, vincendo l’edizione ’55-’60, conta anche una partecipazione al torneo olimpico nel 1924. L’eredità sportiva dell’ex paese cecoslovacco è stata ora  presa in carico dalla nazionale della Repubblica Ceca. Di solito la nazionale cecoslovacca ha vestito una divisa con gli stessi colori della bandiera nazionale, maglia rossa bordata di bianco, pantaloncino bianco e calzettone azzurro. Tuttavia, in più occasioni ha adoperato un completo bianco cinto di rosso, simile a quello raffigurato nella realizzazione Subbuteo, utilizzato nella finale di Euro ’76. Da ricordare che tra il 1950 e il 1967  la nazionale cecoslovacca ha indossato un completo bianco fasciato di rosso e blu. In alcune occasioni ha vestito un completo interamente rosso cinto di bianco. Molto piacevole è stata la casacca utilizzata nel 1934 come divisa da trasferta con maglia bianca pantaloncini rosso scuro e calzettoni azzurri. Tra il 1950 e il 1967 la nazionale cecoslovacca utilizzò, in alcune occasioni, questa maglia fasciata da trasferta. Completo bianco con fascia rossoblu al petto, che fu utilizzata anche durante i mondiali del 1954 in Svizzera. La squadra cecoslovacca scese in campo con questa livrea il 16 giugno 1954 contro l’Uruguay allo stadio Wankdorf di Berna davanti a oltre 20.000 spettatori, la maglia non evoca grandi ricordi poichè la squadra boema perse per 2 a 0. Vestì questa maglia uno dei più grandi calciatori boemi di tutti i tempi, il talentuoso Josef Masopust. Di questo completo si hanno pochissime immagini per tanto rimane una delle maglie più misteriose della storia del calcio a tal punto che la Subbuteo ltd gli dedicò una reference, la numero 153.


CIPRO

L’ente che governa il calcio a Cipro è la CFA (Cyprus Football Association) fondata nel 1934. La Federazione è stata affiliata alla FIFA nel 1948 e all’UEFA nel 1962. Nonostante sia stata per molti anni considerata una nazionale minore, gli isolani in parecchie occasioni si sono tolti alcune soddisfazioni, tra cui, quella di bloccare la Germania per 1 a 1 nei gironi di qualificazione degli europei del 2008. La nazionale cipriota ha esordito nel 1960 in una partita amichevole contro Israele, terminata per 1 a 1. Gioca le proprie partite casalinghe al NEO Stadium di Nicosia, che può contenere fino a 23.000 spettatori. Cipro non si è mai qualificato né ai mondiali, né agli europei. Conta solo una partecipazione ai giochi del Mediterraneo del 1991. L’isola di Cipro politicamente separata in due stati, Cipro indipendente e Cipro Turco, deve condividere il proprio bacino sportivo con la nazionale del Cipro del Nord, squadra attualmente non riconosciuta dagli organi sportivi di FIFA e UEFA. Dalla sua fondazione ha indossato una divisa bianco celeste, composta da maglia celeste bordata di bianco pantaloni bianchi e calzettoni bianchi o celesti a seconda dell’occasione. Negli anni il celeste si è scurito diventando azzurro o blu scuro in altre occorrenze. Negli anni tra il 1990 ad oggi è solita vestirsi di un anonimo completo bianco o azzurro. La nazionale cipriota ha scelto come colore nazionale il celeste/azzurro in onore alla madre patria greca a cui si sente molto affine per lingua e cultura. Nella rappresentazione in miniatura è stata riprodotta una divisa in uso negli anni ‘60 con maglia celeste bordata di bianco, pantaloni bianchi e calze celesti con risvolto bianco. La seconda riproduzione raffigura un completo azzurro con maniche bianche utilizzato a cavallo tra gli anni ‘60 e ‘70.


CROAZIA

Ufficialmente la Federazione calcio della Croazia ebbe origine nel 1909, ma venne riconusciuta dalla FIFA solo nel 1912. Giocò la sua prima partita ufficiale nel 1940 contro la Svizzera superandola per 4 a 0. Proseguì l’attività come Federazione dello Stato Indipendente di Croazia fino al 1944, l’anno successivo entrò a far parte della Jugoslavia e vi rimase fino al 1990 anno della dissoluzione dello stato balcanico. Dal 1991 ad oggi la Croazia ha partecipato cinque volte alla fase finale dei mondiali, arrivando terza nel 1998, in Francia e seconda nel 2018, in Russia. Conta cinque partecipazioni al Campionato Europeo per Nazioni, nel quale, in due occasioni è arrivata fino ai quarti di finale. Gioca le proprie partite interne allo stadio”Maksimir” di Zagabria, noto impianto, dove il 13 maggio 1990 si svolse la famosa battaglia tra i tifosi della Dinamo Zagabria e dello Stella Rossa, partita che fece scoccare la scintilla per l’inizio della guerra del 1991. La Nazionale croata utilizza sin dal 1992 una maglia molto particolare, scaccata, di bianco e rosso. Questa combinazione stilistica e cromatica richiama il simbolo patrio croato per eccellenza, il Grb o Sahovnica, adottato anche come stemma nazionale e introdotto al centro della bandiera croata. La maglia è unica nel suo genere tra le nazionali, che solitamente indossano maglie monocromatiche o a strisce, è molto amata dai propri tifosi. Solitamente è accompagnata da pantaloncini bianchi e calzettoni azzurri. La divisa da trasferta è tutta azzurra con inserti bianco-rossi. Nella realizzazione in miniatura, è stata rappresentata la prima divisa d'esordio del 1992. Maglia scaccata, eseguita in decal, con maniche rosse, pantaloncini bianchi e calzettoni azzurri. Forse non è una delle più belle maglie utilizzate dalla nazionale croata, ma sicuramente una delle più amate dai tifosi dalmati, considerato che durante gli avvincenti Mondiali russi del 2018 la nazionale è riuscita ad arrivare in finale utilizzando praticamente sempre questa maglia, solo in due occasioni ha vestito il classico bianco rosso. Disegnata dalla Nike è una scaccata neroazzurra con pantaloni neri e calze rosse.

DANIMARCA

La storia del calcio danese inizia nel 1889, ma nonostante sia una delle formazioni più antiche del mondo, la Danimarca decise fino al 1957 di rimanere un’istituzione dilettante, prese l’investitura di professionismo solo per partecipare alle qualificazioni Mondiali del 1958 in Svezia. Nella sua bacheca spiccano la vittoria ottenuta all'Europeo del 1992 e la seconda edizione della Confederations Cup del 1995. E’ doveroso ricordare una storica partita del 1908 in cui la Danimarca sconfisse la Francia per 17 a 1. Gli scandinavi hanno partecipato quattro volte ai mondiali, il cui migliore risultato, sono stati i quarti di finale del 1998. Otto volte ai campionati europei tra cui quello vinto in Svezia nel 1992. Conta nove presenze alle Olimpiadi, dove ha conquistato tre argenti e un bronzo. La nazionale danese degli anni ottanta fu una delle squadre più spettacolari del panorama calcistico mondiale, è stata infatti, soprannominata “Danske Dynamite” per la forza e l’agonismo dei suoi giocatori. Il caso della Danimarca del 1992 fu un caso veramente particolare, poiché gli scandinavi vinsero il torneo continentale senza essersi qualificati, partecipando solo per sostituire la Jugoslavia entrata da qualche mese in guerra, con conseguente dissoluzione della Federazione e formazione di nuovi stati indipendenti. La Danimarca fu inserita nel gruppo uno con Inghilterra, Francia e Svezia. Gli scandinavi esordirono pareggiando con gli inglesi per 1 a 1, poi giunse la sconfitta contro la Svezia che compromise in modo considerevole il cammino dei danesi i quali per continuare a sperare in una qualificazione, dovettero battere, a sorpresa per 2 a 1 la fortissima Francia. Nelle semifinali la Danimarca superò per 5 a 4 l'Olanda dopo i tiri di rigore. In finale la "Danish Dynamite” sorprese il mondo, battendo per 2 a 0 la nazionale tedesca, laureandosi campione d’Europa. I colori delle tenute di gara della Danimarca rispecchiano quelli della bandiera nazionale. Solitamente indossa una maglia rossa con dei pantaloni bianchi, e calzettoni rossi. Tuttavia, negli anni ’90 ha indossato delle uniformi molto particolari disegnate dallo sponsor Hummel. Nelle due rappresentazioni Subbuteo sono state riprodotte due divise degli anni ‘80 molto simili a quella dell’Arsenal, con maglia a corpetto rossa, e maniche bianche, con le caratteristiche <<code di rondine>> dello sponsor Hummel. Famosissima, ammirata da tutti gli appassionati di calcio per la sua singolarità, la maglia della Danimarca utilizzata ai Mondiali messicani del 1986 è davvero unica nel suo genere. Realizzata dalla ditta Hummel rappresenta una bipartita bianco rossa che nella parte bianca propone un motivo gessato molto particolare. Con questa maglia scese in campo la migliore generazione calcistica danese che porterà la nazionale scandinava alla vittoria dell’europeo nel 1992.

EIRE

La FAI (Football Association of  Ireland) venne fondata il 1º giugno 1921 e fu riconosciuta dalla FIFA nel 1923 con l’acronimo (FAIFS) Football Association of the Irish Free State, era  una nazionale che comprendeva giocatori di tutta l'isola, come accade oggi nel rugby, e si chiamava semplicemente Irlanda. Nel 1936 a causa delle vicende politiche del paese, la Federazione si divise. La FAI divenne l'organo ufficiale dell'Eire, mentre la IFA quello dell'Irlanda del Nord. Fece il suo esordio internazionale nel 1924 a Parigi contro la Bulgaria, incontro vinto per 1 a 0. Fino agli anni '80 la nazionale della Repubblica d'Irlanda era meglio conosciuta con l'acronimo Eire che significa Irlanda in lingua gaelica. Dalla sua fondazione sino al 1988, l'Eire visse un lungo periodo senza la ben minima soddisfazione. Questa avvenne proprio in quell'anno quando riuscì, per la prima volta, a qualificarsi per coppa Henry Delaunay (Europeo). Nel suo passato ha partecipato tre volte ai campionati del mondo esordendo ad "Italia '90" e tre volte agli europei. Conta due presenze ai tornei olimpici senza trarre particolari note di merito. Uno dei giocatori più rappresentativi dell'Irlanda rimane Liam Brady che giocò alcuni anni nella Juventus e Roy Keane, il più presente con la maglia della nazionale. Da sempre l'Eire è scesa in campo con una maglia verde bordata di bianco, pantaloncini bianchi e calzettoni verdi. In alcune occasioni, come nel 1985, ha affiancato ai colori classici, l'arancione presente sulla bandiera nazionale. Nella rappresentazione Subbuteo è stata riprodotta una divisa degli anni ottanta dove oltre al classico verde, la maglia era bordata di arancione con calzettoni verdi e risvolto arancio.

 
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